Este. Aggredita con l'acido, l'ex marito indagato: «Quella sera ero con mia mamma. Non capisco perché mio figlio mi accusi»

L'uomo è indagato anche per stalking

Martedì 21 Febbraio 2023 di Marina Lucchin, Giovanni Brunoro
L'ex marito della 52enne è indagato per l'aggressione con l'acido

BASSA PADOVANA - «Apprendo di essere indagato, ma ribadisco di essere estraneo ai fatti. Non capisco perché mio figlio mi accusi». È risoluto Stefano Pellegrini, il 58enne di Solesino iscritto nel registro degli indagati per l'aggressione subita dalla sua ex moglie giovedì sera, intorno alle 23.30, a Sant'Elena, nella Bassa Padovana. A lui i carabinieri hanno notificato ieri mattina il verbale in cui viene informato di essere indagato per il reato di tentate lesioni personali dalle quali deriva la "deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso" (sfregio, articolo 583 quinquies del Codice penale). Uno dei nuovi reati del "codice rosso", la riforma del Codice penale volta a tutelare maggiormente le vittime di violenza di genere. Il 58enne è anche indagato d'ufficio per stalking. Inoltre all'uomo sono stati sequestrati il cellulare e una maglietta con una macchia scolorita, come quelle che crea la candeggina sui tessuti colorati. La donna, oltretutto, avrebbe riferito che l'aggressore non solo le avrebbe versato addosso l'acido, ma avrebbe anche cercato di farglielo ingoiare.

La sostanza le avrebbe corroso così tanto la giacca che un lembo, che si è come sciolto, è rimasto attaccato al muro della palazzina, sotto i citofoni. Inoltre il selciato è rimasto macchiato dalla sostanza corrosiva, che le ha procurato ferite con una prognosi di 60 giorni. Ma Pellegrini assicura di avere un alibi: «Quella sera ero seduto qui, in cucina, proprio qui - dice continuando a indicare il divano - accanto alla mia mamma. Ho guardato fino a notte il Grande Fratello. L'ho ribadito anche ad un carabiniere, che mi ha chiesto chi fosse stato eliminato dal gioco. Ho risposto senza tentennare».

L'accusa del figlio: «Che hai fatto a mamma?»

Pellegrini non riesce a darsi pace perché il primo ad accusarlo è suo figlio, il 19enne avuto dall'ex moglie, con cui è stato sposato 20 anni, che da giovedì notte non vuole più parlare con il padre. Il giovane subito dopo l'aggressione l'ha chiamato urlandogli: «Che hai fatto a mamma? Perchè l'hai fatto?». Ma il padre si difende: «Sostiene che io abbia sempre odiato la sua mamma, ma non è così. Mi dispiace tantissimo per quello che è capitato e mi addolora non poterglielo dire, perché lei mi ha bloccato sul telefono». L'aggressore si è nascosto dietro un albero e sarebbe sbucato quando la donna stava rincasando dopo aver fatto fare l'ultima passeggiatina al proprio cagnolino, gettandole, quindi, il liquido addosso. «Mi hanno parlato di una bottiglietta rossa, senza etichetta e contenente un liquido rossastro». L'elemento di novità, però, è che l'aggressore avrebbe inveito contro la donna: «Le avrebbe detto "muori". Lei sostiene che la voce era mia, ma non è possibile. Non avrebbe senso mascherarsi da capo a piedi per poi metterci la firma in quel modo maldestro». La storia tra i due sarebbe molto tesa da diverso tempo: si erano separati circa cinque anni fa, poi le occasioni di contatto erano rimaste conflittuali. Quando si sentivano per messaggio o al telefono, c'erano frequenti attriti e provocazioni, poi rimanevano anche mesi senza scriversi. A volte, però, il clima si rasserenava. Pellegrini ha raccontato che, ultimamente, tra i due era ritornata la serenità e ci sarebbe stato un riavvicinamento a livello sentimentale: «Poi, dopo Natale, tutto è finito. So che lei ora ha un'altra persona e va bene così. Me la son messa via. Io stesso ho una frequentazione e non ha senso che la mia ex mi ritenga geloso». L'ultimo contatto risale al 21 gennaio, dopo che l'utilitaria della donna è stata distrutta da un rogo di origine dolosa. Un avvertimento pericoloso, tanto che i carabinieri giornalmente passavano sotto casa della donna per controllare. «È evidente che si tratta di un fatto doloso - ha ribadito il 58enne - L'auto era ferma da ore e qualcuno vi ha appiccato il fuoco. Anche lì hanno provato ad attribuirmi delle responsabilità, ma posso dimostrare che quella sera (il 21 gennaio, ndr) l'avevo trascorsa davanti alla televisione».

La sua ipotesi

Nonostante ribadisca la sua innocenza, Pellegrini ritiene che le indagini si siano concentrate esclusivamente su di lui, quando invece sarebbero diverse le persone che potrebbero nutrire risentimenti e rancori verso la sua ex. «Ho tutta la famiglia contro, ma nessuno pensa che il responsabile potrebbe essere fuori dalle nostre quattro mura». Lui vive in una casa modesta assieme all'anziana madre, che sembra patire molto la tensione generata da questa vicenda. Proprio la mamma è l'alibi dell'uomo, anche se i carabinieri della compagnia di Este stanno vagliando la geolocalizzazione del suo telefono cellulare. Pellegrini ha spiegato di essere in grado di provare che la serata di giovedì 16 febbraio non si è mosso da casa e «la verità verrà fuori guardando il telefono e i tabulati. Non ho nulla da nascondere né mi sono mai sognato di contattare altri per aggredire quella donna. È quanto di più lontano dal mio modo di pensare».

Il cellulare

Il suo smartphone, intanto, è stato posto sotto sequestro e l'uomo ha dovuto ricorrere ad un vecchio apparecchio, facendo duplicare la sua sim: «Un'odissea. Ad un certo punto, i carabinieri mi hanno aiutato da remoto con la procedura. Non potevo rimanere senza telefono, perché sono in attesa di ricevere una chiamata per un lavoro importante. E per fortuna non mi è stata sequestrata l'auto». Le indagini, comunque, procedono a ritmo serrato. Nella giornata di sabato, i militari hanno effettuato una perquisizione nell'abitazione dell'uomo, acquisendo del materiale tra cui una maglia con un alone che Stefano ha riferito essere di candeggina. Nonostante tutto, Pellegrini si dice sereno: «Spero che la verità venga a galla. Collaborerò». 

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Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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