PADOVA «Care padovane, cari padovani...».
Il questionario è stato stampato in 1.200 copie e verrà distribuito ai cittadini da lunedì negli uffici dell'anagrafe e dello stato civile: lo scopo è quello di valutare il gradimento per il lavoro dei dipendenti comunali e raccogliere suggerimenti. Il modulo compilato facoltativamente dovrà essere poi inserito dal cittadino (o, per restare in tema, dalla cittadina) nell'apposito contenitore. «I questionari sono stati elaborati con il contributo dell'associazione Anffas Onlus di Udine - spiega il Comune di Padova - con la quale prosegue la collaborazione per l'uso di un linguaggio facile da leggere e da capire». Prima di imbattersi nelle domande sulla cortesia degli uffici e sulla chiarezza del sito internet comunale, ecco quelle di carattere personale. L'età, la cittadinanza e il sesso. Maschio, Femmina o Altro?
LE DELIBERE
Già tre anni fa, con l'insediamento dell'amministrazione di centrosinistra guidata da Sergio Giordani, il Comune ha accelerato in questa direzione. L'esempio più semplice è appunto quello relativo a cittadine e cittadini, formula presente ormai in ogni atto ufficiale, dalle delibere ai comunicati stampa. Ma non è l'unico. I senzatetto, infatti, diventano le persone senza fissa dimora. La scelta del termine persone serve proprio a questo: evitare distinzioni tra il genere maschile e quello femminile.
L'OBIETTIVO
A spiegare l'obiettivo di queste scelte è l'assessora (rigorosamente al femminile, come in ogni documento ufficiale) Francesca Benciolini, delegata ai Servizi demografici: «Da tempo abbiamo avviato un percorso per rendere il linguaggio dell'amministrazione comunale più semplice e più inclusivo. Semplice perché riteniamo che ogni documento, delibere comprese, debba essere comprensibile ad ogni cittadino. Inclusivo perché ogni persona deve sentirsi rappresentata. L'obiettivo del questionario è dialogare con la cittadinanza. Se l'opzione altro relativa al genere sessuale può aiutarci a rivolgerci a chi non si sente rappresentato dalle altre due opzioni, ben venga. Quello transgender - prosegue Benciolini - è un mondo con cui siamo da tempo in dialogo: attraverso la mia collega in giunta Marta Nalin raccolgo le istanze di queste persone che chiedono una giusta attenzione e ho indicato ai miei uffici di tenerne conto. Un'altra cosa importante da fare sarebbe quella di tradurre le nostre comunicazioni in tante lingue (come era stato fatto per la raccolta differenziata nel quartiere multietnico dell'Arcella, ndr). Stiamo procedendo passo dopo passo».
«Non ci saranno moduli da cambiare o documenti da ristampare - chiude Benciolini - Semplicemente d'ora in poi terremo sempre più in considerazione questi aspetti. Per quanto riguarda il genere sessuale non sono molte le occasioni in cui è necessario esprimerlo, e di certo non possiamo inserire la tripla opzione nelle carte d'identità visto che i documenti sono regolati dalla legge. Ma intanto i questionari sono un buon modo per cominciare».
Gabriele Pipia