PADOVA - In città ci sono sempre meno bambini e l’anno prossimo potrebbe chiudere i battenti la primaria De Amicis di via Citolo da Perugia, a due passi da piazza Mazzini. L’assessora alle politiche scolastiche Cristina Piva apre il suo quadernone dove, ordinatissimi (per una vita ha fatto l’insegnate) ci sono tutti i numeri delle iscrizioni alle 42 primarie cittadine che contano oltre 7mila alunni (quest’anno rispetto allo scorso sono stati 191 in meno).
LA CRITICITÀ
«Da questo punto di vista – ha esordito Piva – la situazione della De Amicis è emblematica. Quest’anno gli iscritti sono stati 26: significa che potrà esserci una sola classe che, con modalità che dovranno essere decise, dovrà accorpare dalla prima alla quinta». «Per avere un’idea più chiara della situazione – ha aggiunto – in prima ci sono state due iscrizioni e in seconda non ci sarà alcun bambino perché l’anno scorso non ci sono state iscrizioni alla prima. In terza sono in 10, in quarta 6 e in quinta 8. È del tutto evidente che una situazione di questo tipo non è più sostenibile». «I problemi sono legati a due fattori – ha continuato –. Da un lato, dal punto di vista educativo avere una sola classe che va dalla prima alla quinta, anche tendendo divisi per alcune lezioni i bambini, non va bene. Dall’altro tenere aperta una scuola, con tutti i costi che sappiamo legati al personale e alle utenze, diventa insostenibile. L’anno prossimo bisognerà fare una riflessione se continuare a tenere aperta o meno la De Amicis».
LA PANORAMICA
Anche se in modo più sfumato, in città ci sono altre scuole che devono fare i conti con la mancanza di bambini. Alla primaria Luzzati di Salboro in prima si registrano 8 iscrizioni e in terza 10. Entrambe, dunque, non raggiungono il numero minimo per istituire una classe e dovranno essere accorpate. Stesso discorso vale per la prima a la terza della Fogazzaro a Chiesanuova. In questo quadro piuttosto fosco però ci sono delle eccezioni. Alla Salvo d’Acquisto all’Arcella quest’anno ci sono state 216 iscrizioni. Ed è arrivata addirittura a quota 227 l’Ardigò di via Agnusdei. «Purtroppo il problema del calo demografico è una delle sfide che dobbiamo affrontare nei prossimi anni – ha concluso Piva –. Nel rione attorno a piazza Mazzini dove è presente la De Amicis l’anno scorso è nato un solo bambino. Nei prossimi anni sarà fondamentale puntare sulle politiche di promozione alla famiglia. Una sfida che non è solo economica ma anche culturale». In dieci anni intanto le scuole primarie sono destinate a perdere 750 bambini. Il calo demografico, inevitabilmente, rischia di svuotare gli istituti cittadini. Il Settore scuola di palazzo Moroni l’anno scorso ha calcolato che tra il 2015 e il 2025 solo le primarie perderanno il 10% dei loro iscritti. La crisi demografica che sta vivendo anche Padova viene certificata da un recente studio del Settore statistica del Comune. Nel ventennio 1941-1960 il numero degli iscritti per nascita nel comune è stato piuttosto alto (nel 1960 si arriva a 3.414 nascite). Lo è stato ancora di più nel ventennio 1961-1980. Si riscontra a Padova, come nel resto d’Italia e in altri Paesi, l’importante numero di nascite caratteristico della generazione dei “baby boomers” (i nati tra il 1946 e il 1964). Proprio nel ‘64 si è toccata quota 4.271 neonati. Si è invece registrato un forte calo delle nascite corrispondente a più di un dimezzamento nei ventenni 1981-2000 e 2001-2020. Tre anni fa infatti non si è andati oltre quota 1.332 nuovi nati. Numeri che raccontano un vero e proprio inverno demografico che si ripercuoterà anche sulle scuole.