BASSA PADOVANA - Respinge le accuse la 43enne insegnante di sostegno accusata di aver maltrattato un bambino di nove anni affetto da autismo. La donna, assistita dall'avvocato Lucio Merlin, non ha voluto avvalersi di riti alternativi. É convinta di poter dimostrare in dibattimento la propria estraneità ai gravi addebiti che le vengono mossi. Accogliendo la richiesta del pm Giorgio Falcone, il gup Maria Luisa Materia l'ha rinviata a giudizio. Il processo, davanti al tribunale in composizione collegiale, è a ruolo per il prossimo 13 dicembre.
La vicenda
I fatti si sarebbero svolti in una scuola elementare del Monselicense, dall'inizio dell'ultimo anno scolastico, cioé da settembre, fino a poco prima di Natale, quando le attività investigative hanno portato la Procura a raccogliere elementi tali da consentire di procedere alla richiesta di rinvio a giudizio. In particolare, fondamentali, sarebbero state le telecamere installate a scuola, che avrebbero ripreso gli atteggiamenti aggressivi della maestra nei confronti del bambino. Tutto era partito dai segnali di malessere crescente manifestati dal piccolo, tra tutti irrequietezza e aggressività che secondo il padre sarebbero state apparentemente immotivate. Per questo, una volta maturati i sospetti, l'uomo si era rivolto ai carabinieri. Stando alle prove raccolte dall'Arma l'insegnante avrebbe continuato nel tempo a maltrattare il piccolo. La donna l'avrebbe più volte strattonato, trascinandolo per un braccio. In un'occasione, sarebbe arrivata a metterlo forzatamente seduto su una sedia e a trattenerlo lì, anche contro la sua volontà. Poi le provocazioni e i dispetti, come quando la donna avrebbe buttato giù una torre di mattoncini pazientemente costruita dal bimbo, la cui reazione sarebbe stata quella di mordersi il braccio. In quella circostanza, l'insegnante non sarebbe intervenuta per interrompere l'atto di autolesionismo, limitandosi poi a dire al bimbo di coprirsi il braccio con la manica del maglione, che così sarebbe guarito. Altro episodio sarebbe stato quello in cui l'indagata avrebbe strappato dalle mani un foglio di carta su cui il piccolo stava disegnando, provocandone la reazione aggressiva. Reazione a cui la maestra avrebbe risposto con violenza, contenendo fisicamente il bambino, strattonandolo, afferrandolo per le braccia e tentando di colpirlo con una ginocchiata al corpo. Alla maestra vengono infine contestate una serie di condotte omissive, con cui avrebbe trascurato il piccolo abbandonandolo a sé stesso.
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