Padova. Salone della Ragione, l’Unesco detta le regole: basta incontri e convegni

Martedì 11 Ottobre 2022 di Nicoletta Cozza
Un appuntamento della Fiera delle Parole a Palazzo della Ragione

PADOVA - Il prossimo anno la Fiera delle parole si terrà in Fiera. C’è un atto di indirizzo che lo stabilisce, in quanto Palazzo della Ragione, essendo una delle tappe dell’Urbs Picta deve sottostare ad alcune prescrizioni della commissione Unesco, che riguardano la sua tutela e il fatto che debba essere sempre garantita la fruibilità dei visitatori. Con un atto di indirizzo, quindi, cioè con una delibera che ha già incassato il via libera della giunta, firmata dal sindaco Sergio Giordani e dall’assessore Andrea Colasio, a Palazzo Moroni si è stabilito che venga utilizzato solo in via eccezionale e per le attività istituzionali, e quindi il festival letterario organizzato da Bruna Coscia che si è appena concluso, nel 2023 traslocherà definitivamente nei padiglioni di via Tommaso.

D’altro canto era stato lo stesso primo cittadino nella serata inaugurale della rassegna ad anticipare la scelta nel suo intervento di saluto al pubblico: «Godetevi questo spettacolo - aveva osservato - in questo magnifico luogo. Godetevelo, perché forse sarà l’ultima volta che la manifestazione si terrà qui, in quanto, essendo Palazzo della Ragione Patrimonio Mondiale dell’Umanità, non ci permettono più di essere molto elastici nel suo utilizzo».

Il Comune

A spiegare nei dettagli le motivazioni che hanno indotto il Comune ad adottare il provvedimento è lo stesso Colasio. «La delibera che abbiamo approvato di recente in giunta ribadisce che l’uso di Palazzo della Ragione è concesso solo in certi casi: per esempio se viene il capo dello Stato Sergio Mattarella, o il premier, oppure nel caso in cui si debba presentare qualcosa di importante per la città, ma saranno casi rarissimi. La sostanza è che non può più essere usato come un centro congressi, anche perchè ne abbiamo già uno, mentre le associazioni e le istituzioni hanno mille altri luoghi dove trovarsi». «Noi - ha aggiunto l’assessore - abbiamo ottenuto il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’umanità che è un grande onore, ma ha anche degli oneri e bisogna che il Salone resti solo uno spazio museale. E’ un luogo magico e non a caso è passato dai 40mila visitatori del 2008 ai 160 mila attuali, a dimostrazione che è entrato a pieno titolo fra i siti più visitati della città, dopo la Cappella degli Scrovegni e quasi alla pari dell’Orto Botanico: non possiamo più usarlo come hangar. A bbiamo realizzato il Centro San Gaetano e stiamo allestendo il Castello dei Carraresi proprio con questa finalità». «Il Palazzo della Ragione deve essere destinato a essere il “museo di se stesso” e non può essere “violentato” con esposizioni, o utilizzi impropri che nulla hanno a che vedere con la sua magia. Abbiamo preso precisi impegno con l’Unesco ed è meglio che resti fruibile, senza sedie e palchi in mezzo, per i visitatori che da tutta Europa vengono a Padova per ammirare l’Urbs Picta, e non resti bloccato per 3 giorni dai 500 spettatori della Fiera. Il Centro congressi, costato 27 milioni di euro è il più bello d’Europa, ed ha una precisa vocazione per i convegni che non si possono tenere in Salone». Sul fatto che quest’ultimo possa accogliere l’edizione 2023 del festival letterario, l’assessore ha risposto: «Il padiglione della Fiera, come ha confermato la stessa Coscia, è perfetto per la manifestazione, facilmente raggiungibile e risponde alla vocazione di luogo culturale e dell’innovazione con cui si sta caratterizzando».

L’organizzazione

Bruna Coscia, intanto, sta già lavorando alla prossima edizione e ha strappato la conferma che si saranno anche nel 2023 a Roberto Vecchioni, Mario Tozi e Corrado Augias, «La Fiera è promossa dal Comune che decide in quali luoghi si debba tenere: se mi danno Palazzo della ragione va bene, ma se mi dicono di andare in Fiera, lo faccio lì, senza difficoltà. Certo, il Salone è un posto carico bellezza dove chi entra resta a bocca aperta, ma ci sono pro e contro nell’uno e nell’altro caso, pecche invece i padiglioni di via Tommaseo sono facilmente accessibili grazie alla comodità dei parcheggi e possono ospitare un numero maggiore di persone, che non debbono stare in fila. Comunque, aldilà di tutto, credo che la cosa più importante non sia la location, ma siano i contenuti, cioè di cosa parliamo e quali autori vengono. Mi rimetto, comunque, alle scelte dell’amministrazione: certo è che se noi andiamo in Fiera, non possiamo farne altre in centro nelle altre sale cittadine, perchè diventa troppo complicato». «Comunque ribadisco: un brutto festival in Salone non ha senso, mentre uno spettacolo strepitoso, come quello di Vecchioni in Fiera, è stato emozionante e travolgente, o sarebbe stato in qualunque altro posto».

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