Padova. Pony dopato prima della gara, squalificata l'istruttrice: «Era solo tranquillante»

I fatti risalgono all'11 dicembre 2022, dopo la gara la cavalla è risultata positiva a due sostanze vietate

Sabato 23 Settembre 2023 di Giovanni Pellecchia
Cavalli (foto d'archivio)

PADOVA - Trenta giorni di sospensione ad un'istruttrice padovana per un caso di doping. È la sentenza emessa dalla Procura Federale dopo una indagine che ha preso spunto dalla segnalazione dell'Ufficio veterinario della Fise, la Federazione italiana sport equestri. Nella vicenda in questione si parla di competizioni amatoriali e giovanili. Direttamente coinvolta, insieme al cavallo anzi alla cavalla, un pony francese dal manto sauro (ovvero un bel colore fulvo acceso), è stata suo malgrado un'amazzone padovana minorenne.

Proviamo a ricostruire i fatti, risalenti ad oltre nove mesi fa. L'11 dicembre 2022 a Manerbio, in provincia di Brescia, si conclude la tre giorni di "Ponylandia", tradizionale manifestazione d'interesse federale che si è rivelata una festa di sport dal "sapore natalizio". Alla gara, valida come "Finale Coppa Italia del Presidente", partecipa in sella appunto alla cavalla francese, anche l'amazzone padovana che ha meno di 14 anni e gareggia per un importante centro ippico della nostra provincia. Ottenendo, per la verità, nell'occasione soltanto un modesto piazzamento (quinto posto). Dopo la gara, sottoposta al controllo antidoping, la stessa cavalla risulta positiva a due sostanze: Hydroxyethinil Promazina e Acepromazina, ovvero nello specifico tranquillanti e sedativi, ma pur sempre classificati "controlled" (cioè vietate) dalla "Equine Prohibited Substance List". La Procura Federale, prendendo spunto dalla segnalazione dell'Ufficio veterinario della Fise (giunta il 5 maggio), ha così dovuto aprire l'indagine che si è conclusa il 22 agosto scorso quando il Tribunale presieduto dall'avvocato Valentina Mazzotta ha decretato la sospensione per trenta giorni e l'ammenda di 500 euro all'istruttrice (ritenuta appunto responsabile, in quanto all'epoca dei fatti l'atleta era minorenne) e la sospensione per lo stesso periodo del cavallo stesso, con l'annullamento di tutti i risultati che quel binomio amazzone/cavallo aveva ottenuto nel Concorso.

Le reazioni

«Credo che il "caso" nel quale, nostro malgrado, ci siamo trovati dentro possa essere tranquillamente "sgonfiato" - vuole chiarire, nel merito, il marito dell'istruttrice che a sua volta è anche presidente di un Centro ippico in provincia di Padova - Del resto, la stessa sospensione per 30 giorni (scadrà il 7 ottobre, ndr) quando nei casi di doping accertato si parla di squalifiche pluriennali, sta lì a testimoniarlo. Uno degli Artieri del nostro club, infatti, per salvaguardare il benessere del cavallo che si era imbizzarrito nel van trasporto, dove viaggiava con altri sei cavalli verso Manerbio per una trasferta di 150 chilometri, gli ha praticato di sua iniziativa un'infiltrazione di tranquillante. La sua colpa, poi, è stata quella di non dircelo e, soprattutto, di non segnalarlo in sede del Concorso. Ma non a caso, dopo la gara che si è svolta alla domenica mentre il viaggio era stato al giovedì, anche il prelievo non ne ha potuto accertarne che blande tracce». La stessa istruttrice, che vive a Padova ed alle porte della città da qualche anno ha aperto una vasta tenuta con maneggio, dopo aver scelto come difensore l'avvocato Andrea Scianaro (figura di spessore che si è interfacciato in passato anche con il Ministero dei trasporti e della salute proprio per le problematiche inerenti alla veicolazione e benessere equino legato alle Federazioni), ha offerto una "fattiva collaborazione" alla Procura Federale. 

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