Poliziotto morto in 500, lo strazio del papà: «Era sano come un pesce, si allenava tutti i giorni»

Sabato 5 Marzo 2022 di Cesare Arcolini e Marina Lucchin
Leonardo Baido
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PADOVA - «Quando ho visto la Giulietta mi sono sentito male. Ho capito subito che era successo qualcosa di brutto a mio figlio appena vi ho visto scendere dalla macchina». È quel che Maurizio Baido, padre di Leonardo, anche lui una vita in polizia, ha detto al dirigente della Squadra Mobile, Carlo Pagano, e al caposezione del figlio, quando sono arrivati alla sua porta di casa, ad Arsego, per dargli la terribile notizia.


IL DESTINO

Tutta la questura è in lutto per il triste destino del 41enne, come spiega il capo di Gabinetto, il primo dirigente Andrea Straffelini: «Era un ragazzo speciale. Ha voluto fare la gavetta a Palermo per farsi le ossa, in una città dove c'è un livello di rischio decisamente più alto che in una come Padova. Poi si è riavvicinato alla famiglia e ha proseguito l'attività alla Squadra Mobile del padre, che nel frattempo stava andando in pensione. Era un poliziotto di strada, uno di quelli che ha stretto tante manette ai polsi e che ha dato un enorme contributo personale alla sicurezza della nostra città.

Lui come i suoi colleghi (le nutrie, che si occupano di anti-droga, ndr) vivono di sera e di notte per stanare gli spacciatori che certo non fanno orari d'ufficio. Era l'orgoglio di suo padre. E comunicargli stamane quel che era successo a Leonardo, è stata la parte più difficile».


IL PROFILO

Maurizio Baido è stato poliziotto della Mobile ai tempi della Mala del Brenta, che ha attivamente contribuito a sgominare. Nella sua vita ne ha viste di tutti colori, ma la tragedia che si è abbattuta sulla sua famiglia l'ha devastato: «Leonardo era la perfezione fatta a uomo. Era meraviglioso come figlio, come poliziotto, come persona che sapeva sempre comportarsi in ogni contesto si trovasse».
«Mio figlio era sano come un pesce, la mattina prima di andare in questura andava in palestra ad allenarsi, era un ragazzo esemplare, difficile comprendere cosa possa essere capitato nel suo fisico. Resta il dolore per qualcosa che non doveva capitare e che purtroppo adesso ci ha lasciato tutti senza parole».


IL CORDOGLIO

Nell'abitazione dov'è cresciuto il 41enne, decine di amici e parenti hanno provato a fare scudo alla famiglia, cercando di portare una parola di conforto. Anche la comunità di San Giorgio delle Pertiche, dove Leonardo ha trascorso buona parte della sua vita, una volta appreso della tragedia, è rimasta senza fiato. Tutti conoscevano Leonardo, un ragazzo dalle mille risorse che fin da bambino ammirava il padre poliziotto e ne ha voluto seguire la professione.
«La nostra comunità - ha detto ieri il sindaco Daniele Canella - si stringe attorno alla famiglia di Leonardo Baido - a nome dell'amministrazione comunale porgo le mie condoglianze agli affetti più cari di Leonardo in un momento così drammatico. Il municipio è a disposizione della famiglia, saremo sempre con loro per qualsiasi necessità». Leonardo si era trasferito all'Arcella qualche anno fa, dove aveva conosciuto la fidanzata Sabrina Serragiotto, con la quale di recente era andato a vivere a Treponti di Teolo. Gli amici non si danno pace: «Era un collante della compagnia, un sorriso contagioso, amava i motori, aveva una moto e un'auto di cui andava fiero. Tra le sue passioni c'era anche la musica. Faceva parte di un complesso I Ghiaccioli che si ritrovava ogni tanto in occasione di feste paesane per divertirsi in amicizia». E poi resta lo sconcerto per quel malore, incomprensibile: «Era un atleta - chiudono gli amici - non ci ha mai parlato di problematiche fisiche e questo rende questo lutto ancor più duro da digerire».

 

Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 12:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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