Pregiudicato, irregolare, espulso godeva di una casa popolare: è scontro

Lunedì 15 Ottobre 2018
L'aula del Consiglio comunale a Padova
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PADOVA Sarà un consiglio comunale di fuoco quello convocato stasera a Padova. All'ordine del giorno i fatti emersi con l'arresto del tunisino "re delle spaccate". Ammor ben Lazhar Torch, 39 anni, pregiudicato, immigrato irregolare, già espulso, viveva tranquillamente in una casa popolare, rubando così un alloggio pubblico a chi ne avrebbe avuto diritto. L'appartamento era stato regolarmente assegnato alla sorella di lui, nel 2015. Ma poi la donna è tornata in Tunisia. E nessuno, a Padova, se n'è accorto, né si è mai verificato chi davvero vivesse nell'appartamento. La giunta Giordani si difende: applicata la normativa regionale vigente. Ma la Lega insorge, e chiede: quanti casi Torch ci sono, a Padova? Quante verifiche si fanno davvero, andando a sorpresa a verificare se gli assegnatari non abbiano ceduto la casa ad altri, magari irregolari ed anonimi, magari pericolosi? O abbiano accolto in casa amici parenti e conoscenti di cui si ignora l'identità? Cosa si fa per evitare che le case popolari diventino preziosi punti d'appoggio per l'immigrazione clandestina, o peggio?

«In merito poi alle ispezioni eseguite dalla Polizia locale, ne chiederemo gli esiti - annuncia la Lega - con uno specifico accesso agli atti, per verificare quanto accertato e constatare se il Comune, e i suoi servizi, abbiano agito correttamente e coerentemente con gli obblighi di legge.
Sarebbe necessario piuttosto che il sindaco informasse tutti noi su quanti accessi alle abitazioni sovraffollate compiono quotidianamente i vigili attraverso il servizio creato ad hoc per contrastare sovraffollamenti, sfruttamento della prostituzione, spaccio e conflitti condominiali».

 
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