Nuovo ospedale, ecco il piano regionale: sarà pronto in dieci anni

Martedì 28 Maggio 2019 di Federica Cappellato
Nuovo ospedale, ecco il piano regionale: sarà pronto in dieci anni
PADOVA - L'ospedale del futuro? Supertecnologico, ecosostenibile, flessibile dal punto di vista sia strutturale che organizzativo, modulabile, edificio a tre cuori (assistenza, didattica e ricerca) con una linfa imprescindibile: la centralità dei flussi di lavoro, basati sull'intensità di cura da un lato e il rischio infettivologico dall'altro. Il futuro, contraddistinto da sale operatorie ibride, robot per la chirurgia e la riabilitazione e telemedicina, deve però viaggiar spedito e arrivare - sia chiaro - non in quindici mesi ma neppure in quindici anni. 
I TEMPI «Dopo tante chiacchiere e contrasti ci sono punti fermi: il polo centro, il polo Est, il documento di indirizzo dell'Università, le aree cedute, l'Inail che finanzia. I soldi ci sono, pubblico su pubblico e a un tasso di interesse molto buono, il 2,5%, quindi mai come ora c'è la quasi certezza che l'Ospedale di Padova si farà. I tempi sono quelli della legge, delle gare d'appalto. Ci vorranno comunque una decina d'anni tutto compreso ma questi sono i tempi in Italia, e valgono per tutti». Così il direttore generale Area Sanità e Sociale della Regione, Domenico Mantoan, intervenuto ieri in Aula Magna del Bo al maxi-convegno su Il nuovo Policlinico universitario di Padova, in quindici mesi non in quindici anni, promosso dalla Fondazione Scuola di sanità pubblica. «Quello di Padova è, dal punto di vista edilizio, il peggiore ospedale del Veneto, e non ce lo possiamo permettere. Tutti ora - ha chiosato Mantoan - devono lavorare per agevolare questo processo, che ha ormai basi solide». 
I LAVORI Da un'ipotesi a una certezza: quando si vedrà svettare la gru a San Lazzaro, psicologicamente la città con i suoi abitanti, i suoi medici e i loro assistiti, tirerà un sospiro di sollievo. «Prima arriva, meglio è» è l'auspicio del rettore dell'Università, Rosario Rizzuto, che ha introdotto il convegno rimarcando l'importanza di occasioni dove «istituzioni e università, con le sue competenze multidisciplinari, discutono di un tema riguarda non solo la realizzazione del nuovo polo sanitario padovano, ma in generale le opere pubbliche». 
Il nuovo Ospedale di Padova, ha sottolineato Rizzuto, si comincia a mettere a fuoco grazie «all'unità di intenti di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione. Solo così si può arrivare ad un risultato atteso da decenni». Rizzuto ha evidenziato l'esigenza di mettere insieme velocità nell'esecuzione dei lavori sempre però nell'ambito di correttezza e trasparenza delle procedure: «Un tema che riguarda non solo il nuovo ospedale ma in generale le opere pubbliche». 
L'EVOLUZIONE Il professor Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia, ha tracciato il quadro dell'evoluzione della medicina da curativa a preventiva. «La continuità delle cure, la creazione di strutture intermedie, le cure domiciliari impongono - ha detto - non solo nuovi modelli organizzativi ma un aggiornamento delle conoscenze e competenze basato sui percorsi diagnostico-terapeutici, e stili di lavoro sempre più inderdisciplinari, interprofessionali». Regole minuziose e complesse, controlli, possibili contenziosi si frappongono al raggiungimento celere dell'obiettivo, d'altra parte, procedere senza tutele e rigore risulta imprescindibile per evitare illeciti. Ma è davvero solo un problema di regole astratte? Possono mutare le condotte e, prima ancora, la mentalità di pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini? Intorno a queste domande si è sviluppato un dialogo, che ha toccato temi economici, giuridici, medici e psicologici. Ad aprire e a chiudere i lavori le relazioni dei due giudici costituzionali Luca Antonini e Daria de Pretis, a sottolineare come le riflessioni si svilupperanno tutte nella cornice dei valori su cui è fondata la nostra Costituzione, prima tra tutti la tutela della salute. «La chiave di volta è che, nel rispetto di leggi e regolamenti, tutti gli attori coinvolti nel progetto trovino la quadratura del cerchio - ha tirato le somme Gino Gerosa -. Quindici mesi, titolo provocatorio: dalla prima pietra al taglio del nastro, spero cinque anni». Altrettanti, per le sudate carte. 


    
Ultimo aggiornamento: 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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