Padova piange nonno Toni, il cittadino più longevo: fra pochi giorni avrebbe spento 106 candeline

Giovedì 6 Maggio 2021 di Lorena Levorato
Antonio Vettore aveva 105 anni

PADOVA - La città dice addio a nonno Antonio “Toni”  Vettore, il centenario più longevo della città. Avrebbe spento 106 candeline il prossimo 2 giugno. Con nonno Toni se ne va un uomo d’altri tempi, tenace e forte, che ha saputo adattarsi al mondo che cambiava. L’anno scorso, in occasione dei suoi 105 anni, la famiglia aveva organizzato una grande festa e a porgergli gli auguri a nome della città era stato il sindaco di Padova, Sergio Giordani, insieme ad Ubaldo Lonardi, il suo medico di base. Centocinque anni vissuti alla grande: una vita dura, quella di nonno Toni, fatta di sacrifici e difficoltà, ma ricca di gioie e soddisfazioni. «Con il nonno ci lascia un esempio di uomo onesto, che si ribellava alle ingiustizie e che ha sempre rispettato la parola data: diceva di se stesso “sono un uomo corretto” - racconta la nipote Nicoletta Piovesan - certamente un carattere forte, determinato, un vero combattente, dotato di una memoria di ferro e di un’intelligenza spiccata, alimentata dalla sua passione per la lettura e dalla passione per le vicende politiche. Nonno era orgogliosamente italiano e si commuoveva vedendo il suo cappello da alpino, così come per la bandiera italiana che ogni 25 Aprile e 2 Giugno, giorno del suo compleanno, esponeva dal suo balcone».


FAMIGLIA NUMEROSA
Terzo di dieci figli, Antonio ha sempre vissuto in via Guido Reni, vicino alla fornace Morandi, nell’area dove ora sorge il complesso dell’Interspar. La sua era una famiglia numerosa che comprendeva nonni, zii e cugini; vivevano tutti insieme, sotto lo stesso tetto, e tutti si occupavano del lavoro nei campi. Anche Antonio, all’età di dieci anni, iniziò a dare una mano alla famiglia in campagna. Sebbene avesse studiato solo fino alla terza elementare, con il tempo divenne esperto nella compravendita degli animali, dove una stretta di mano era sufficiente per suggellare un contratto, e le sue proverbiali capacità di mediazione erano ben note, tanto che spesso veniva chiamato per risolvere diatribe familiari. Dal 1935 al 1936 prestò servizio militare e qualche anno dopo il suo ritorno, il 6 aprile del 1940, sposò Esterina Vettore. La coppia è stata spostata per 78 anni, fino al 2018 quando Esterina se n’è andata a quasi 101 anni. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, a dicembre del 1940, Antonio fu chiamato alle armi, lasciando la moglie incinta della prima figlia Franca. Dopo un ricovero all’ospedale di Cagliari per aver contratto la malaria, Antonio partecipò a innumerevoli campagne di guerra e dopo l’armistizio del 1943 entrò a far parte della lotta di liberazione. Venne poi insignito di due croci al merito di guerra.
Nel frattempo, Esterina cresceva la piccola Franca senza avere praticamente notizie di Antonio. In servizio nell’artiglieria pesante, a causa dei bombardamenti Antonio perse una parte dell’udito. Tornato finalmente a casa nel 1945, continuò a fare l’agricoltore e poco dopo nacque la seconda figlia Adriana. «In seguito all’esproprio del terreno che il nonno coltivava, per la costruzione di via Del Plebiscito, smise di fare l’agricoltore e fu assunto come dipendente comunale a Padova fino al 1979 - aggiunge la nipote Nicoletta - lavoratore instancabile anche tra gli uffici del Comune, nonno ha coltivato fino a poco fa con passione il suo orto: memorabili le sue produzioni di tutti i tipi di verdure con le quali riforniva tutta la famiglia, oltre alla rinomata produzione di conserva di pomodoro». L’ultimo saluto a nonno Toni sarà celebrato domani, alle 16 nella chiesa di San Gregorio.
 

Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 08:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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