Negazionisti in corsia, i camici bianchi: «Nella quarta ondata si è rovinato il rapporto tra medico e paziente»

Mercoledì 15 Dicembre 2021 di Elisa Fais
Terapia semi-intensiva Covid Azienda Ospedale Università di Padova
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PADOVA - L’Azienda ospedaliera raggiunge il picco di ricoveri degli ultimi sei mesi e taglia il 10% dell’attività chirurgica programmata. E’ l’effetto della crescita del contagio su via Giustiniani, che martedì 14 ha registrato 148 pazienti assistiti per Covid, il numero più alto da luglio ad oggi. Da una media di 370 interventi a settimana, si arriverà a 330. In questo momento si trova in terapia intensiva anche un 33enne non vaccinato, mentre tre donne in gravidanza positive al Covid sono in isolamento in  ostetricia.

In Infettive è in via di stabilizzazione un centenario e poi ci sono 3 bambini contagiati in Pediatria, tra cui un neonato. Il Covid non guarda in faccia a nessuno, contagiando pazienti di ogni età. Intanto cresce il malcontento nei reparti, dove i no-vax sempre più di frequente rifiutano le cure e minacciano i medici attraverso i loro legali.

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«Questa ondata ha messo in tensione il rapporto medico paziente, perché chi ha rifiutato volontariamente il vaccino, fatica ad accettare le cure – spiega il professor Andrea Vianello, direttore della Fisiopatologia respiratoria dell'ospedale di Padova –. Ma ciò non toglie che l’approccio sia identico. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, a seguito del dialogo c’è comprensione. Dobbiamo insistere a informare i pazienti in maniera corretta, c'è un alto tasso di disinformazione». Un paziente no-vax è arrivato a rifiutare di essere intubato.

Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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