Il Ris: «Quei resti sul Grappa erano suoi», addio ad Attilio dopo oltre due anni

Sabato 18 Luglio 2020 di Michelangelo Cecchetto
Attilio Beghetto con la moglie Mihaela
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TOMBOLO - A poco più di due anni dall’allontanamento volontario, era il 13 luglio del 2018, oggi si darà l’addio ad Attilio Beghetto, 46 anni, di Tombolo. Sono i suoi i resti dello scheletro trovato nel territorio di Seren del Grappa (Belluno) poco prima di Natale dello scorso anno. Il Reparto Investigazioni scientifiche di Parma dei carabinieri ha dato la certezza e quindi anche la notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere.
Alle 10,30 nella chiesa arcipretale di Tombolo si svolgono le esequie. La famiglia ha dovuto attendere diversi mesi per avere l’ufficializzazione che chiude l’inchiesta aperta obbligatoriamente dalla magistratura. Lo scheletro scomposto rinvenuto da un cercatore di reperti bellici è proprio dell’imprenditore artigiano. Attilio ha detto volontariamente addio alla vita. Tutti, per primi la moglie Mihaela, la figlia Giada, la mamma Altea, il papà Rodolfo e poi il fratello e le sorelle, attendevano in ogni momento che ritornasse. Speravano che gli esami genetici non dessero il risultato che invece è giunto, inconfutabile.

LE RICERCHE
«Sarai sempre nei nostri cuori», la frase in corsivo scritta nell’epigrafe accanto alla foto di Attilio sorridente, che sintetizza il sentimento d’amore che gli affetti più cari avevano, hanno, ed avranno sempre, nei suoi confronti. Del resto nel corso di questi mesi la famiglia aveva lanciato più volte messaggi nella speranza lui potesse raccoglierli. In particolare la moglie. Messaggi che indicavano che nessuno ce l’aveva con lui e che quello che è capitato non aveva cambiato per nulla considerazione e rapporti nella sua famiglia ed in quella di origine.

LA STORIA
Il dramma di Attilio va ricostruito nel timore eccessivo di aver tradito la fiducia delle persone a lui più care. Il 12 luglio 2018 era stato trovato dai carabinieri in possesso di una esigua dose di stupefacenti. Era stato mandato a casa e l’indomani sarebbe dovuto comparire in Tribunale a Padova. Nella notte l’allontanamento. Alla moglie che lo aveva visto turbato non aveva voluto rivelare niente. Al suo risveglio aveva trovato un foglio di carta con un messaggio sibillino, due brevissime frasi: “Mi spiace tanto, perdonami” e “Non ce la faccio più”. Anche la sua automobile non c’era più in garage.
Era stata ritrovata sulle montagne nel bellunese, aperta, ed all’interno oltre alle chiavi, c’era anche il cellulare di Attilio. La zona del ritrovamento era quella di Seren del Grappa dove abitano i genitori di Attilio che hanno deciso di trascorrere gli anni della pensione ai piedi del massiccio del Monte Grappa.

IL FUCILE
Da un capanno attiguo alla casa era sparito anche un fucile da caccia. Qualcuno aveva dichiarato di aver udito uno sparo proprio nella giornata della sparizione. Le ricerche erano cominciate il giorno stesso. Massiccio l’impiego di uomini e mezzi per una settimana. Nulla. Di Attilio nessuna traccia. Nel corso dei mesi vari appelli, anche alla trasmissione “Chi l’ha visto?”. Tutti caduti nel vuoto fino al 23 dicembre scorso quando a Casoni Rech, territorio di Seren del Grappa, ad una sessantina di metri dal sentiero, un cercatore di residuati bellici ha trovato i resti e avvisato immediatamente le autorità. La Procura della repubblica di Belluno con il pubblico ministero di turno Katjuscia D’Orlando, aveva disposto l’esame del Dna per stabilire con precisione se appartenessero a Beghetto.
Quello di Attilio è stato un gesto d’impeto. Era una persona laboriosa e cordiale, pensava anche al prossimo essendo un volontario della Protezione civile. Il lavoro di pittore e cartongessista in società andava bene e soprattutto aveva una splendida famiglia. L’errore, risolvibilissimo, nella sua mente è stato devastante, portandolo purtroppo all’azione sconsiderata. Senza ritorno.
 

Ultimo aggiornamento: 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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