Loreggia. Epatite fulminante dopo il trapianto di fegato, Leonardo muore a 42 anni

Il ricordo della mamma: «Mio figlio è stato sottoposto ad una biopsia per cercare di capire l’aggravarsi delle condizioni fisiche»

Mercoledì 7 Giugno 2023 di Luca Marin
Leonardo Stevanato

LOREGGIA (PADOVA) - Ieri mattina è morto Leonardo Stevanato, 42 anni, residente a Loreggia in via Jappelli al civico 21. L’uomo viveva con i genitori, papà Eugenio e mamma Maria Frasson. Fino a qualche settimana Leonardo stava bene. Il suo calvario è iniziato con qualche linea di febbre: mamma Maria lo aveva rimproverato perché amava prendere il sole e si era esposto troppo a fine marzo, ai primi di aprile. Il suo medico di base aveva diagnostico all’inizio una influenza, poi una polmonite ma la situazione con il passare dei giorni degenerava. La febbre era salita a 40 gradi quando i medici si sono convinti della necessità di operarlo facendogli un trapianto di fegato. L’operazione è stata eseguita qualche giorno fa ed è andata bene, poi sono subentrate delle complicazioni. Stevanato per cinque giorni è stato ricoverato in terapia intensiva e nelle ultime ore in coma farmacologico.

Ieri mattina il suo cuore ha smesso di battere lasciando nel dolore i genitori, il fratello Marco e tutte le persone che lo conoscevano e apprezzavano.

Il dolore della mamma

«Ci hanno detto che è stata una epatite fulminante. Leonardo era una persona mite che aiutava tutti - il ricordo struggente della madre Maria, supportata emotivamente dal marito Eugenio presente al suo fianco - Mio figlio è stato per un anno capo scout dei lupetti a Loreggia. È riuscito ad attirare giovani che erano lontani dalla chiesa. Negli ultimi anni ha frequentato molto la parrocchia di San Marco a Camposampiero: assieme ai genitori faceva parte delle comunità neocatecumenali. Non solo. Leonardo era un grande devoto della Vergine Maria. Spesso partecipava a dei rosari ed era attivo in alcuni gruppi di preghiera».
«Ad oggi - prosegue sconsolata la mamma Maria - non sappiamo ancora la causa della sua morte. Leonardo è stato sottoposto ad una biopsia per cercare di capire l’aggravarsi delle condizioni fisiche. Non ci resta che affidare la sua anima al Signore e pregare che ci doni la consolazione divina». Maria Frasson ed Eugenio Stevanato, i genitori di Leonardo, prima della pandemia, hanno sempre frequentato le Comunità Neocatecumenali della parrocchia di san Marco in Camposampiero. La madre ha sempre sostenuto il figlio nelle difficoltà, soprattutto dal punto di vista lavorativo.

Il lavoro

Leonardo, infatti, dopo il diploma conseguito come perito meccanico all’Itis di Camposampiero, ha sempre riscontrato delle difficoltà nell’inserimento occupazionale. «Mio figlio perennemente cercava il lavoro che gli piacesse e lo realizzasse - confessa la mamma tra la lacrime - Si sentiva sempre inadeguato. Iniziava l’attività in qualche azienda della zona ma dopo due o tre mesi non se la sentiva di continuare o veniva lasciato a casa. Anch’io lo rimproveravo di questa incostanza ma era più forte di lui. Ultimamente si era scoraggiato parecchio e si sentiva come rifiutato dalla società. Come genitori abbiamo cercato di stargli sempre affianco, sostenerlo nelle sue difficoltà e spronarlo a cercare nuove soluzioni».
«L’aspetto del carattere che ci piaceva di Leonardo - aggiunge la madre - è il fatto che comunque lui cercava il dialogo con tutti. Era sempre disponibile a fare dei servizi per gli altri anche ai vicini di casa. Umanamente non capiamo questa sofferenza ma ci affidiamo al Padre Celeste per dare un senso a questa morte terrena». La comunità di Loreggia e delle Comunità Neocatecumali di Camposampiero si stringono attorno ai familiari: venerdì sera alle 20 in chiesa a Loreggia è previsto il rosario a suffragio di Leonardo, mentre il funerale sarà sabato mattina alle 9.30 sempre nella chiesa del suo paese natale.

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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