Medico di famiglia e ciclista, addio a Claudio Casale. «Fu salvato da bambino, per questo diventò dottore»

Sabato 4 Novembre 2023 di Michelangelo Cecchetto
Claudio Casale

CITTADELLA - L’umanità elemento fondante del suo essere. Valore importantissimo, ancor più quando si ha a che fare con l’attività medica. Il tono di voce tranquillo e rassicurante era una sorta di prima medicina e per i pazienti non era solo il medico di famiglia, ma proprio “uno di famiglia”, con il quale si poteva dialogare anche di faccende non direttamente legate alla salute, tanto era persona di fiducia. Claudio Casale, 61 anni compiuti l’11 settembre scorso, medico e dentista, è mancato giovedì pomeriggio nella sua abitazione di Cittadella.

Accanto la moglie Tiziana Streliotto, docente di letteratura alla scuola secondaria di I grado di Tezze sul Brenta (Vicenza) ed i figli gemelli, i suoi “tesori”, che hanno seguito le orme del papà: Massimo è specializzando in cardiologia ed Alessandro è dentista nello studio di famiglia in via Monte Nero. Il medico lascia anche la sorella Ornella. 


LA MALATTIA
Quattro anni fa la diagnosi della malattia affrontata con grande forza e determinazione, cercando di farla pesare il meno possibile alle persone care, pur avendo ben chiaro, da professionista, in questi ultimi mesi, che purtroppo la scienza medica non poteva fare altro.
La notizia della scomparsa in poco tempo si è diffusa non solo a Cittadella, generando grande cordoglio. Una persona dal carattere riservato, assolutamente mai sopra le righe, capace però di rapportarsi con tutti, pregio questo non da poco. Si è circondato di amicizie vere e profonde, coltivate soprattutto con le persone che hanno condiviso le sue tante passioni a cominciare da quelle sportive. 
Da giovane ha giocato a calcio, stopper difensivo, nelle giovanili Unione Sportiva Cittadellese e dopo la fusione nel Cittadella. Poi la montagna, la musica, suonava la chitarra, arte ereditata dal padre Giuseppe sassofonista nella storica banda cittadina Ciro Bianchi, il ciclismo, con la partecipazione anche a ciclostoriche, i viaggi e poi le moto e le auto d’epoca che anche collezionava. In medicina e chirurgia si è laureato nel novembre del 1987 all’università di Padova dove nel marzo 2003 è diventato anche odontoiatra.


IL DOLORE
«Una scelta professionale nata da una vicenda personale - raccontato i familiari - A 6 anni è caduto in bicicletta. Uno dei freni gli ha perforato la milza. A salvarlo è stato il medico di famiglia Pietro Basso (mancato nel giugno scorso, ndr). Claudio ci raccontò che vide una grande luce e stava bene, poi si risvegliò in ospedale. Da questa esperienza di vita il desiderio di diventare medico anche se l’aiutare il prossimo era una sua predisposizione naturale. Ha sostenuto tante persone nella riservatezza più assoluta». 
Quattro anni di fidanzamento con Tiziana, anche lei cittadellese, il matrimonio nel 1992 e nel 1994 l’immensa gioia dei gemelli. «Non ha mai fatto mancare nulla a tutti noi - continua Tiziana - carattere forte anche se non sembrava, ha sopportato il dolore in modo veramente incredibile. Claudio amava la bellezza in tutte le sue sfaccettature: l’arte, la lettura, la musica, la natura con gli spazi aperti e liberi dove si può riflettere, i viaggi, tanti quelli fatti assieme per conoscere culture e tradizioni e poi la fede, vissuta nel fare. Vari pellegrinaggi, ad esempio a Santiago de Compostela è andato in bicicletta, da giovane medico con l’Unitalsi in treno con gli ammalati a Lourdes, era appassionati per il suo lavoro che ha lasciato lo scorso giugno». 
Ieri sera in Duomo c’è stata la preghiera di suffragio, oggi alle 15,30 le esequie al termine delle quali il feretro verrà tumulato nel cimitero cittadino. Cittadella saluta un grande professionista che aveva anche un altro pregio: quello di avere sempre un grande sorriso.
 

Ultimo aggiornamento: 20:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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