Padova. Tenta di picchiare l'ex moglie e i figli, poi li tiene prigionieri in terrazzo

Sabato 10 Agosto 2019
Padova. Tenta di picchiare l'ex moglie e i figli, poi li tiene prigionieri in terrazzo
PADOVA Calci e pugni contro l'ex moglie. Ma la furia, la violenza, la follia non si arrestano neppure davanti al figlio piccolo, di otto anni. Ancora una storia di maltrattamenti nascosti dietro le mura domestiche, sotto facciata di una palazzina dal decoro piccolo borghese, un finto ordine, fiori alle finestre e bici appoggiate all'ingresso, dove tutti sanno, ma nessuno denuncia ciò che accade, anche dopo avere ascoltato grida e visto quell'uomo barcollare mille volte sotto l'effetto dell'alcol. Ma l'altra notte la storia ha un diverso epilogo. I carabinieri sono stati chiamati dalle stesse vittime ed è finito in carcere con l'accusa di maltrattamenti in famiglia, R.I., queste le sue iniziali, 43 anni, originario della Moldavia, ma residente a Padova.
 
IL RIENTROTutto accade poco dopo mezzanotte. L'uomo a quell'ora torna a casa, un edificio in zona Mortise, diranno i carabinieri. Nell'abitazione c'è l'ex moglie, anche lei moldava, 37 anni, ci sono i figli della coppia, una ragazza di 18 anni e un bambino di otto. Nonostante siano separati l'uomo e la donna continuano ad abitare sotto lo stesso tetto. Ed è facile immaginare tensioni, difficilmente sopite, facile purtroppo pensare a liti e aggressioni, anche davanti ai figli. Così accade l'altra notte. 
IL LITIGIOLui è ubriaco, dopo una serata trascorsa fuori casa. Lei ancora sveglia. Basta poco a innescare la miccia. Litigano, la tensione sale velocemente. Sono recriminazioni reciproche, insulti. Ma chi ha la peggio è lei. Lui tenta di colpirla con calci a pugni. Lei si difende come può. Tutto questo accade davanti gli occhi terrorizzati dai figli. 
Ma l'uomo non risparmia neppure la ragazza e il bambino, cerca di colpire anche loro. Poi li spintona in terrazzo, moglie e figli. Li chiude fuori. Non bastano le suppliche perchè apra quella porta, non bastano le lacrime e le urla per liberarsi da quell'inferno.
CELLULAREFortunatamente la donna e i due figli hanno un telefono cellulare. Chiamano il 112, raccontano quello che sta accadendo. Chiusi fuori, in terrazzo, dopo l'ennesima lite, l'ennesima aggressione di un uomo che si è rivelato nel tempo un padre padrone. 
Dopo poco una pattuglia del radiomobile della compagnia di Padova è già lì, nella palazzina di Mortise. Lui è visibilmente ubriaco, l'ex moglie e i due figli terrorizzati, fuori, prigionieri del terrazzo, provati da quanto è accaduto. Non è la prima volta, diranno poi i carabinieri. La donna racconta una vita fatta di aggressioni e violenze, altri testimoni confermeranno.
Scattano le manette, l'accusa per l'uomo è di maltrattamenti in famiglia. Una liberazione per l'ex moglie i due figli. Ma la loro è una realtà diffusa. Nel 2018 a Padova e provincia si sono rivolte al Centro Veneto Progetti Donna - Auser 1016 donne. Per la maggior parte di loro la violenza si è verificata all'interno di una relazione intima. Sono 475 le madri che hanno chiesto aiuto nel 2018, mentre 783 sono i figli minori coinvolti nelle situazioni di violenza. Secondo i dati Istat il dato sommerso, ovvero il numero di donne che non parlano della violenza subita, si attesta intorno al 92%. Dell'8% di donne che si rivolgono ai servizi, solo il 3,7% si rivolge ai Centri antiviolenza, mentre il 12,8% non ne conosce l'esistenza. 
D.V.
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