Leonora Armellini, giovane pianista premiata a Varsavia e quel post virale che l'ha aiutata

La musicista padovana aiutata da un post virale

Domenica 7 Novembre 2021
Leonora Armellini

PADOVA - Tutto merito di un post virale di Danilo Rossi, prima viola della Scala, se Leonora Armellini sarà ricevuta lunedì dal ministro Franceschini insieme ai fab four della musica classica. «Da musicista a musicista gli dico un sincero grazie».

La giovane pianista padovana, premio Janina Nawrocka al Concorso F. Chopin a Varsavia, in questi giorni è in scena a Verona al Teatro Filarmonico. Sarà l'unica donna. Nella Sala della Biblioteca della Crociera al Collegio Romano ci saranno con lei Giuseppe Gibboni (primo Premio Paganini di Genova) e Alexander Gadjiev (secondo Premio Chopin Varsavia) e Giovanni Bertolazzi (secondo posto al Liszt di Budapest).

Cosa le piacerebbe dire al ministro Franceschini?
«Devo prepararmi, sarò estremamente emozionata. Se avrò uno spazio per parlare, gli chiederò parole di incoraggiamento per chi come noi ha scelto questo tipo di carriera».

Che esperienza è stata quella del premio Chopin a Varsavia?
«Totalizzante. Il concorso in Polonia è seguito al pari di un'Olimpiade, con lo stesso entusiasmo che qui vedo per i campionati di calcio».

E il pubblico? 
«Impazzisce. In Polonia lo Chopin suscita le manifestazioni che da noi si vedono a Sanremo. Noi siamo emersi nella nostra umanità, e anche nei rituali pre-performance. Il mio al concorso? I capelli a posto!».

La sua vita sta cambiando dopo questa vittoria?
«È stata un'avventura enorme, una grandissima vetrina internazionale. È una situazione gigantesca, sto ancora cavalcando l'onda dell'adrenalina. È stato un punto di svolta nella mia carriera».

Nonostante i suoi 29 anni, è già docente di Conservatorio ad Adria. Cosa insegna ai suoi studenti? 
«Ho allievi di tutte le età, e uso un registro comunicativo diverso. Ma ho scolpiti in me gli insegnamenti della mia prima docente, la veronese Laura Palmieri. Lei mi ha trasmesso, oltre all'amore vero per la musica, l'importanza della serietà».

Papà fagottista, ex direttore di Conservatorio, mamma pianista, fratello violoncellista. Una strada obbligata?
«Siamo sempre stati immersi in un ambiente stimolante, è stato un processo naturale credo. Non ho avuto la classica scintilla ma ad un certo punto mi sono fermata e ho capito che questa sarebbe stata la mia vita».

Il suo futuro potrebbe essere fuori dall'Italia?
«Mi sento italiana al 100%, adoro la mia città e la mia famiglia. Però per la prima volta dopo un mese trascorso a Varsavia ho immaginato la possibilità di vivere in una grande capitale europea, magari tedesca. Ma alla fine andrò dove mi porteranno la vita e il cuore».

Un vezzo da palcoscenico?
«Il make up. Gioco con il vestito e il rossetto, rigorosamente rosso a meno che non abbia l'abito di quel colore. È un gesto catartico che mi dispone all'incontro con il pubblico».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 10:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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