Caporalato in agricoltura. la Cia: «Il fenomeno è anche al Nord, lo combatteremo»

Giovedì 21 Aprile 2022 di Alberto Degan
Caporalato in agricoltura. la Cia: «Il fenomeno è anche al Nord, lo combatteremo»

PADOVA - Alla vigilia della campagna delle raccolte di frutta e ortaggi mancano mille stagionali nei campi padovani. «L’offerta c’è – ha spiegato il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato – Ora ci auguriamo che la domanda, tanto di lavoratori italiani che stranieri, sia sufficiente per coprire le esigenze degli imprenditori agricoli». La questione è stata lanciata in occasione del convegno “Legalità, lavoro e innovazione nell’impresa agricola in trasformazione”, che si è svolto ieri al Crowne Plaza. Al centro della discussione sono stati posti i risultati del progetto Farm - Filiera dell’agricoltura responsabile, coordinato da Laura Calafà, docente di Diritto del lavoro all’Università di Verona, che ha studiato il fenomeno del caporalato in agricoltura al fine di far emergere lo sfruttamento lavorativo nel settore primario.


L’INTERVENTO


«Il progetto è attivo dal primo gennaio 2020 e chiuderà il trenta giugno 2022. Si tratta di un programma - ha detto la professoressa - a quattro dimensioni: favorisce l’emersione della popolazione a rischio del caporalato e sfruttamento, nella maggior parte di popolazione extra UE che si trova in Italia; una seconda parte è dedicata alla sensibilizzazione nei confronti dei centri per l’impiego rispetto a questa attività». E ancora: «Il passaggio con le imprese agricole in termini di autoregolazione responsabile, quindi di supporto alla filiera; ed una centralità dei servizi pubblici che devono essere operativi nei territori come parte integrante della misura del tasso di civiltà di un paese».

Infine: «Nell’immaginario collettivo la questione del rischio del caporalato riguarda solo il Sud Italia. Di fatto, stiamo scoprendo che non è così».

I NUMERI


A fine marzo 2022, grazie al progetto Farm, tra Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige tra le condizioni irregolari riscontrate figurano la violazione della normativa sull’orario di lavoro, una retribuzione a volte anche molto inferiore ai minimi salariali, e il mancato rispetto delle norme sulla salute, sulla sicurezza e sulla previdenza sociale. I lavoratori, in taluni casi, non possono comunicare fra di loro o con altre persone e vengono sorvegliati con metodi eccessivi e degradanti. Il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato ha dichiarato: «Abbiamo deciso come organizzazione di non mettere la testa sotto la sabbia in risposta a queste tematiche, ma di affrontarle nei termini in cui siamo capaci: mettendo assieme diversi enti e istituzioni. Come organizzazione di rappresentanza dei lavoratori agricoli abbiamo l’obbligo di far capire qual è il sistema nel quale ci si trova. Il caporalato non si può e non si deve mai scusare, bisogna però partire da un principio base, ovvero la corretta remunerazione degli agricoltori lungo la filiera. Occorre inoltre premiare quelle aziende che portano avanti l’attività in maniera corretta e, allo stesso tempo, continuare con i monitoraggi degli enti preposti».

Ultimo aggiornamento: 07:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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