Amine, 32 anni, tifoso granata, si è spento a 20 giorni dallo schianto in moto

Giovedì 8 Ottobre 2020 di Michelangelo Cecchetto
Amine con il suo amato cane e la maglia dedicatagli dai giocatori del Cittadella
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CITTADELLA - «Con l’augurio di una pronta guarigione, ti aspettiamo presto allo stadio!». Questa la frase di incoraggiamento seguita da tutte le firme dei calciatori dell’A.S. Cittadella, la sua squadra del cuore, su una maglia granata speciale, creata appositamente per lui, per dargli ulteriore forza - lui ce la metteva tutta - per ritornare alla vita di tutti i giorni. Alla famiglia, al lavoro, agli amici e alle passioni. Una situazione clinica non semplice, ma che stava dando giorno dopo giorno, segnali di forte speranza dopo il gravissimo incidente del 12 settembre scorso a Galliera Veneta. Era sabato sera, la sua moto che viaggiava sulla 53 Postumia verso casa, è entrata in collisione con un’auto condotta da un pensionato, che da una secondaria ha tagliato la Provinciale.

Un urto violentissimo e poi un secondo sull’asfalto dopo uno sbalzo di almeno 20 metri. 

Martedì scorso il tracollo improvviso ha interrotto per sempre i 32 anni compiuti l’8 settembre scorso, di Amine Belhaj. Le primissime cure nel pronto soccorso dell’ospedale di Cittadella. Poi il trasferimento a Camposampiero in terapia intensiva. Vari i traumi subiti nello scontro. Le condizioni avevano permesso il trasferimento nella divisione di medicina. Era Amine per primo a darsi e a dare incoraggiamento. Sarà l’autorità giudiziaria a stabilire che cosa è successo. Questo non permette di fissare ancora la data delle esequie che si svolgeranno comunque nel duomo di Cittadella dove Amine viveva da molti anni e conviveva da sette con la cittadellese Irene Tronco. 

LA STORIA
Era nato in Tunisia, paese di origine della famiglia. Una famiglia come tante, che cerca nella vicina Europa migliori condizioni di vita, con grande voglia di fare e dignità. Così anche per lui, che ha raggiunto il padre assieme alhajgli altri famigliari. Ha imparato il lavoro di macellaio ed era dipendente di una gastronomia della zona, molto apprezzato per la competenza e le capacità. Il tempo gli aveva fatto trovare l’amore e senza dubbio c’erano tante pagine ancora da scrivere del suo libro della vita. Ma il libro è stato chiuso nel dolore delle tante persone che lo conoscevano e che in questi 24 giorni non hanno mai smesso, usando un termine del suo amato calcio, di fare il tifo per lui.

TUTTI INCREDULI
Tutti increduli che il sorriso, la vera amicizia e la grande cordialità che Amine donava senza voler nulla in cambio, siano ora diventati un ricordo. Amato e benvoluto veramente da tutti. Cittadella e Juventus le sue squadre del cuore, «non aveva un ruolo preciso, era un jolly a lui piaceva giocare. Lo faceva principalmente con la Polisportiva di Santa Maria di Cittadella - ricorda la compagna Irene Tronco - Amava moltissimo gli animali, in particolare i cani. Da sei anni aveva “Rave” un Amstaff che per lui era come una figlia». Altra passione era quella della moto. «Con tanti sacrifici era riuscito sei mesi fa ad acquistarne una, la prima. Una persona che preferiva dare agli altri togliendo a se stesso, che aveva una buona parola per tutti, sorridente. In ospedale mi diceva «combatterò per la nostra famiglia». Amine non si è certamente arreso. Ha dato tutto, è stato ancora una volta un esempio e non sarà dimenticato.

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