Imprenditore ucciso nelle Filippine, squadra speciale a caccia dei sicari

Venerdì 1 Aprile 2022 di Gabriele Pipia
Andrea Guarniero con la moglie

PADOVA - Un nuovo incontro per fare il punto della situazione e sbrogliare la matassa di un'indagine apparsa fin da subito difficilissima. È in programma nei prossimi giorni nelle Filippine e vedrà al tavolo del comando di polizia gli agenti di una squadra speciale assieme ai legali della famiglia di Andrea Guarniero. Obiettivo: trovare una strada per risolvere il caso del quarantanovenne imprenditore padovano ucciso da due sicari la sera del 28 marzo 2019 davanti alla sua casa nell'isola di Negros.

Sono passati tre anni, l'omicidio resta un mistero ma non c'è alcuna intenzione di archiviarlo. Lo si apprende da fonti della Farnesina che, interpellate dal nostro giornale, assicurano: «Il lavoro va avanti per ottenere giustizia».


LA POSIZIONE

Daniele Guarniero, fratello minore della vittima, nei giorni scorsi aveva espresso una dura critica in un'intervista al Gazzettino: «Con il Ministero degli Esteri non abbiamo più contatti da tempo. Io e mia madre siamo rimasti allibiti dall'assenza totale della Farnesina e dell'ambasciata. Un silenzio clamoroso». Ora fonti della Farnesina garantiscono che è stato fatto il massimo sforzo. «Il Ministero ha sempre seguito il caso con la massima attenzione e la massima vicinanza alla famiglia. L'ambasciata a Manila e il console onorario a Cebu hanno prestato fin dall'inizio tutta l'assistenza del caso, dapprima assistendo i familiari per l'organizzazione del funerale e la traslazione delle ceneri in Italia e successivamente attivandosi per consentire alla famiglia di trovare un legale in loco, che dal 2020 segue il caso assieme ad un avvocato italiano. Proprio nei prossimi giorni - spiegano - è previsto un nuovo incontro tra i legali e la polizia filippina, facilitato dal nostro console onorario. I contatti mantenuti dal Console Onorario con la famiglia sono stati costanti e sono proseguiti anche di recente. La Farnesina e l'ambasciata continueranno a seguire la vicenda nella speranza che i colpevoli del delitto possano essere prontamente assicurati alla giustizia». Dallo stesso Ministero martedì è partita una telefonata per rassicurare il fratello Daniele sull'impegno dello Stato italiano.

LA RICOSTRUZIONE

Nato e cresciuto a Padova, studiando al liceo Tito Livio e diventando campione d'Italia Under 15 con il Petrarca Rugby, Andrea Guarniero era diventato amministratore dell'azienda Multichimica di Mestrino prima di cambiare vita trasferendosi con la moglie Ciryl nelle Filippine. Il 28 marzo di tre anni fa è stato ucciso all'ora di cena nella città di Dauin, dove viveva dal 2014 con la moglie e il figlio piccolo. Due sicari gli hanno sparato er poi dileguarsi. Fin da subito sul tavolo degli investigatori filippini sono finite tre ipotesi. La prima: un delitto legato al mondo degli affari. Guarniero aveva infatti acquistato un terreno per costruire un resort davanti alla barriera corallina e potrebbe aver dato fastidio a qualcuno che da quelle parti aveva le stesse mire imprenditoriali. La seconda ipotesi: un delitto legato all'eredità. La moglie è stata più volte ascoltata ma non sarebbe emerso nulla. La terza: dissidi con un vicino di casa. La polizia è stata affiancata dalle squadre speciali del Cidg (Criminal investigation and detention group) e del Nbi (National bureau of investigation). Le indagini si sono rivelate molto difficili: nella minuscola isoletta non ci sono le telecamere come nelle nostre città. A Padova, però, c'è una famiglia che aspetta giustizia. Un'anziana madre continua a chiederlo: «Chi ha ucciso il mio Andrea?».

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