Il parroco: «Bocciato=Peccato, dovete
pentirvi e andarvi tutti a confessare»

Domenica 1 Luglio 2012 di Lorena Levorato
L'avviso fuori dalla chiesa di Rustega
PADOVA - Non aver fatto il proprio dovere a scuola sinonimo di peccato. Lo dice, nero su bianco, il parroco di Rustega don Marco Scattolon, che ha affisso un nuovo, graffiante manifesto all’entrata della chiesa: "Bocciato=Peccato. Provvedi! Avviso Sacro". Parole, sintetiche, esplicite. Che il parroco spiega così: «Perdere un anno di scuola, gettarlo via così senza pentimento, e non confessarsi, è un grave peccato».



In una lettera poi indirizzata agli studenti che dovranno ripetere l'anno, don Marco scrive: «Caro bocciato, mi fai pena e rabbia. É umiliante anche per te dover segnalare ad altri la tua bocciatura. Spiace a tutti perdere un anno per pigrizia, leggerezza, indisciplina. Vizi, o limiti, che si radicano nella vita ben oltre il periodo scolastico. Ti invito a verificare perchè ciò è accaduto».



Oltre alla svogliatezza e alla pigrizia, il parroco "provocatore" elenca una serie di motivi per i quali capita di essere bocciati: «A volte si sbaglia indirizzo scolastico, ci possono essere problemi di apprendimento legati alla dislessia, mancanza di memoria o anche periodi di malattia. Ma quando manca l'impegno costante, un bocciato quasi sempre è responsabile della sua situazione. Ha arrugginito la sua volontà e sciupato un anno della sua vita, ha umiliato i suoi genitori, il loro sudore per farlo studiare, ha sperperato i soldi per mandarlo a scuola, intaccando il prestigio dell'intera famiglia».



Parole forti e piene di rabbia, perchè don Marco equipara la bocciatura ad aver «snobbato l'invito di Cristo a sviluppare i propri talenti, dando un brutto esempio ai più piccoli. É doveroso che i bocciati facciano un esame di coscienza, si diano una mossa, si pentano e vengano a confessarsi. L'etica cristiana e impegno scolastico vanno a braccetto e come diceva Socrate "c'è un solo bene, il Sapere, e c'è un solo male, l'Ignoranza". Farsi bocciare per mancanza di impegno e indolenza è un insulto alle migliaia di bambini e ragazzi dei paesi del Terzo Mondo che vorrebbero studiare, ma non ne hanno la possibilità. L'impegno a scuola è sinonimo di impegno poi nella vita da adulti».
Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 18:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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