Tutta la famiglia si ammala e il papà finisce in ospedale: i concittadini portano a casa dell'assessore cibo e bigliettti di auguri

Lunedì 14 Dicembre 2020 di Nicola Benvenuti
Tutta la famiglia si ammala e il papà finisce in ospedale: i concittadini portano a casa dell'assessore cibo e bigliettti di auguri
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LEGNARO «Quando Massimo è stato dimesso dall'ospedale venerdì, è stata la fine di un incubo, che ci ha provati tutti, anche se abbiamo avuto una grande testimonianza da tutta la comunità di Legnaro». A parlare così, con la voce rotta dall'emozione è Marina Perin, 48 anni, assessore a Legnaro all'Edilizia privata, urbanistica, viabilità e associazioni, di professione geometra e responsabile del settore edilizia privata, urbanistica e Suap del Comune di Codevigo. Marina è una donna decisa, abituata a trattare con i professionisti, ma che dopo l'esperienza del Covid che ha duramente provato tutta la sua famiglia non fa mistero della fragilità a cui tutti siamo soggetti. Tutti e quattro i componenti della sua famiglia sono risultati positivi al Coronavirus, ma mentre lei e i figli Giorgio, di 17 anni, e Maria, di 11, sono rimasti a casa seppure con sintomi diversi, il marito Massimo Bruno, 52 anni, è stato ricoverato per due settimane al reparto di Medicina Covid di Piove di Sacco, per alcuni giorni in semintensiva. «Sono state giornate davvero faticose per noi, io a letto con la febbre alta e completamente senza forze, Massimo in ospedale in condizioni critiche.

Anche i ragazzi si erano ammalati, ma davvero sono stati bravi perché si sono fatti carico della gestione delle incombenze familiari che io non ero in grado di svolgere», racconta Marina Perin.


SOSTEGNO
E in quei giorni si è davvero scatenata una gara di solidarietà nei confronti della famiglia Bruno-Perin. Nella bella villetta di via Ardoneghe, al confine tra i comuni di Legnaro e Brugine, sono state tantissime le visite di persone che volevano rendersi presenti e dare una mano: «Innumerevoli le pietanze arrivate, già pronte e cotte per essere consumate, non solo da persone vicine, del nostro paese, ma anche da lontano: la mamma di un compagno di Giorgio che frequenta la scuola agraria a Brusegana è partita dall'Alta padovana per consegnarci un pranzo completo». Si commuove più volte Marina a ricordare quelle dure giornate, rallegrate dalla solidarietà di tanti, «che non finirò mai di ringraziare, anche per i biglietti ben auguranti che ci lasciavano sulla porta», aggiunge, mentre Massimo lottava in ospedale. E qua si apre un altro capitolo solidale, raccontato dallo stesso Massimo Bruno: «Dopo una visita al Pronto Soccorso di Padova che mi aveva prescritto una cura da fare a casa, visto che le cose peggioravano, sono stato ricoverato a Piove di Sacco, dove ho fatto una bella esperienza di grande professionalità, unita ad un forte sentimento di umanità e di rispetto del paziente, da parte del personale medico e degli operatori sanitari del reparto», puntualizza Bruno, pure commosso nel ricordare. «Quando sono arrivato in condizioni davvero critiche, la prima cosa che mi ha detto il medico che mi ha ricevuto è stata non abbia paura, si fidi e vedrà che guarirà. Quelle parole semplici, ma sentite e vere mi hanno aiutato in quei giorni difficili, dove vedevo persone che dal reparto ordinario venivano spostate in rianimazione. Qualcuno purtroppo è stato vinto dal Covid. Sicuramente la preghiera e la fede sono state una buona medicina per me», prosegue Massimo, che si ritiene fortunato per aver avuto un compagno di camera speciale. «Con me c'era un medico, pure ammalato, col quale abbiamo condiviso le giornate e che dopo la fase critica mi ha aiutato nella ripresa con la musica: infatti nel corso della giornata ascoltavamo brani di Chopin o Bach e anche il personale che entrava in stanza beneficiava di questo momento di bene, nel corso dei turni faticosi ai quali si sottopongono senza risparmio». Ora la famiglia Bruno è finalmente riunita, seppure ancora isolata, in attesa di negativizzarsi, ma Massimo e Marina lanciano un appello: «Stiamo attenti, rispettiamo le regole, il Covid è una brutta bestia, meglio non prenderlo, rinunciamo a qualche momento di socialità per il bene nostro e di chi ci sta vicino, soprattutto se anziano».

Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 11:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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