Rifugio di Rubano, indagine chiusa. L'ex tesoriere ha intascato quasi 800mila euro dalle donazioni destinate a cani e gatti

Venerdì 23 Giugno 2023 di Serena de Salvador
Rifugio di Rubano, l'indagine

RUBANO (PADOVA) - Poco meno di 800mila euro. A tanto ammonterebbe il buco economico provocato ai danni del Canile di Rubano. A crearlo, intascando indebitamente il frutto di centinaia di migliaia di donazioni destinate a cani e gatti, secondo la Procura di Padova è stato Massimiliano Rinaldi, ex tesoriere dell’ente nonché figlio della ex presidentessa, Giovanna Salmistraro. È quanto emerge al termine delle indagini preliminari.

Entrambi nel 2022 si sono dimessi quando è emersa la voragine nelle casse del ricovero per animali ed entrambi si sono ritrovati indagati, insieme pure all’allora revisore dei conti. Ora però per quest’ultimo e per Salmistraro la pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Roberto Piccione, ha deciso di chiedere l’archiviazione.

GLI SVILUPPI

Nei giorni scorsi a Rinaldi è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Un provvedimento di cui ha ricevuto notizia anche la madre Giovanna Salmistraro. Se però ora il figlio ed ex tesoriere del canile rischia di finire a processo, nei confronti della donna il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione, poiché è emerso che nulla sapesse dei ripetuti prelievi di denaro dai conti dell’ente. A quanto ricostruito da inizio anno, la cifra intascata da Rinaldi – che è accusato di appropriazione indebita – corrisponde a 796.501 euro. Denari che l’uomo avrebbe distratto da quattro diversi conti correnti di proprietà della sezione padovana della Lega nazionale per la difesa del cane, l’associazione benefica che gestisce il canile con sede in via Palù a Rubano. Rinaldi infatti in quanto tesoriere aveva il pieno accesso ai conti correnti e alle somme provento di moltissime donazioni da tutta Italia. Gli ammanchi sarebbero cominciati nel 2019, andando avanti per oltre tre anni fino al 2022. Talvolta risulta siano state prelevate somme modeste, tra 1.420 euro e seimila euro, mentre in altri casi a sparire sarebbero state cifre ben più esose, da 135mila euro e a 192mila in una sola volta. Nelle concitate fasi che hanno portato a sporgere denuncia nei confronti del Rinaldi dopo che i soci sono venuti a conoscenza dei conti svuotati, è emerso che l’uomo avrebbe sottratto i fondi per motivi legati al gioco d’azzardo.

LA VICENDA

Lo scandalo è scoppiato all’inizio di quest’anno. Il 9 giugno dell’anno precedente l’allora presidente, Giovanna Salmistraro, aveva inviato al consiglio direttivo una lettera con cui annunciava le dimissioni immediate dalla carica di tesoriere del figlio, convocando quello stesso pomeriggio un consiglio straordinario. La donna si sarebbe infatti resa conto degli ammanchi, confidando pure ad alcuni soci di avere ragione di sospettare proprio del figlio. Massimiliano Rinaldi a quel punto aveva annunciato al direttivo che avrebbe restituito la somma all’associazione attraverso assegni circolari, a patto di non essere denunciato. Il 25 luglio i membri del consiglio sottoscrivevano il verbale d’accordo, accettando la proposta di restituzione del denaro. Ma il tempo è passato, fino alla successiva riunione tenutasi il 22 agosto, quando ancora non era stato restituito un centesimo. Così il 9 settembre è stata presentata una denuncia in questura per il reato di appropriazione indebita. La Procura ha avviato un’indagine e gli uomini della Squadra mobile hanno iniziato a passare al setaccio i conti e il bilancio del rifugio per cani e gatti. Inizialmente si era prospettato un ammanco di 500mila euro tra il 2021 e il 2022, ma i successivi accertamenti hanno portato alla luce l’assenza di quasi altri 300mila euro.

Ultimo aggiornamento: 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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