Atleti contagiati: laboratori presi d’assalto per l’idoneità medica

Martedì 1 Febbraio 2022
Atleti contagiati: laboratori presi d’assalto per l’idoneità medica

PADOVA - Gli atleti scalpitano, ma spesso devono fermarsi e aspettare. Una settimana, due settimane, a volte addirittura un mese. L’ultima grande ondata di contagi ha interessato migliaia di sportivi padovani di ogni età e oggi per loro il ritorno all’attività non è immediato. Il protocollo approvato dal Ministero della Salute prevede infatti che chiunque abbia contratto il virus debba eseguire una visita medico-sportiva per ottenere nuovamente l’idoneità alla pratica agonistica. La conseguenza è che nelle ultime settimane i laboratori pubblici e privati sono stati presi d’assalto da una marea di richieste. Nel centro dell’Azienda ospedaliera di Padova l’attesa è di circa un mese e lo stesso vale nella maggior parte dei 56 ambulatori privati sparsi per tutta la provincia. 
«I numeri sono raddoppiati rispetto ad un anno fa - conferma il dottor Claudio Schiraldi, presidente padovano della Federazione medico sportiva - Tradizionalmente il periodo più intenso per il rilascio delle idoneità sportive è quello tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, ma ora siamo tornati su quei livelli.

La mia percezione è questa: su dieci visite che vengono effettuate, otto riguardano atleti che hanno contratto il Covid. È un periodo decisamente intenso». 


COME FUNZIONA
Il protocollo per il cosiddetto “Return to play” è stato aggiornato a metà gennaio. Mentre gli sportivi professionisti possono eseguire la visita immediatamente dopo la guarigione dal Covid, i dilettanti devono attendere 7 giorni e i giorni diventano 14 se parliamo di atleti over 40. Attenzione, però: nel caso in cui gli sportivi siano stati colpiti dal virus con sintomi importanti e complicanze, per effettuare la visita bisogna attendere un mese. Il regolamento porta con sé due grandi nodi: i costi per le visite (si va dai 40 ai 100 euro spesso a carico delle famiglie) e le liste d’attesa: molti ambulatori sono intasati. 


L’ECCELLENZA
Il dottor Andrea Ermolao, direttore dell’unità di Medicina dello sport dell’Azienda ospedaliera di Padova, guida un centro d’eccellenza che ogni anno esegue settemila prestazioni tra visite ed esami di ogni genere. Le idoneità rilasciate sono circa 2.700 all’anno di cui 2.200 per atleti minorenni. Anche qui l’impegno è raddoppiato: «Nell’ultimo mese abbiamo assistito ad una forte impennata di richieste - spiega - Chiamano anche molti atleti che avevano già fatto la visita da un’altra parte e ora necessitano di rifarla perché hanno avuto il Covid. Purtroppo queste richieste non possiamo accoglierle: l’indicazione del Ministero è quella di fare questa visita aggiuntiva nello stesso laboratorio dove era già stata fatta la prima visita, in modo che ci sia una documentazione completa sull’atleta». «Avevamo avuto un calo delle prestazioni tra il 2020 e il 2021 a causa del blocco di molti campionati - prosegue - Ora invece lo sforzo è massimo e sono in corso anche delle procedure per rinforzare il nostro organico. Per le classiche visite annuali finalizzate ad ottenere l’idoneità il calendario è pieno: i minorenni devono aspettare dieci mesi. Per il “return to play” dopo il Covid, invece, abbiamo creato una finestra apposita e l’attesa è di circa un mese». 
Due settimane fa, intervistato dal Gazzettino, Ermolao aveva sottolineato l’importanza di questa visita: «Dobbiamo ricordare che questo virus non è una normale influenza e spesso lascia strascichi. E poi c’è il cosiddetto Long Covid, con problemi che magari nemmeno si percepiscono ma non vanno sottovalutati». 


IL DECRETO
Un altro importante tema legato al mondo dello sport è quello del Super green pass (vaccino o certificato di guarigione), da gennaio obbligatorio per gli atleti di ogni disciplina dai 12 anni in su. In tutta la provincia di Padova si contano 10 mila ragazzini non vaccinati tra i 12 e i 19 anni, corrispondenti al 14% del totale. Si stima che nelle società sportive la media di ragazzini non immunizzati stia sotto il 10%, ma parliamo comunque di migliaia di giovani che in questo momento non possono allenarsi e giocare. 
 

Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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