Tagliariol choc: «A Whuan in ottobre con la febbre, forse già Covid»

Giovedì 7 Maggio 2020 di Mauro Favaro
Matteo Tagliariol oro nella spada individuale a Pechino 2008
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TREVISO - Una brutta influenza, più pesante del solito, con tosse e febbre per tre settimane. E il dubbio, non ancora sciolto, di essere stato contagiato dal coronavirus quando ancora nessuno sapeva cosa fosse. Matteo Tagliariol, campione trevigiano di scherma e oro olimpico a Pechino 2008, è stato colpito da una fastidiosa forma influenzale che gli ha causato dei problemi polmonari subito dopo aver partecipato ai mondiali di Wuhan nell'ottobre dello scorso anno. E alla luce della pandemia esplosa in seguito, si allunga il dubbio che possa essere stato contagiato dal Covid-19 già due mesi prima dello scoppio dell'epidemia nella metropoli cinese, da dove poi si è diffusa in tutto il mondo, colpendo anche l'Italia in modo pesantissimo.

LA TESTIMONIANZA
«Sì, sono stato male dopo Wuhan. Adesso sto bene. Non so se ho preso il coronavirus: non sono mai stato testato e non ho le competenze scientifiche per saperlo spiega l'atleta 37enne appena possibile, quando il servizio sanitario nazionale non sarà più saturo delle richieste delle persone che hanno veramente bisogno di cure, sicuramente andrò a farmi testare».
Non c'è un'urgenza assoluta. Fatto sta che Tagliariol vuole fare chiarezza su quanto gli è accaduto. Lo schermidore trevigiano in forza all'Aeronautica Militare, medaglia d'oro olimpica nella specialità spada individuale, era stato nella città cinese tra il 18 e il 27 ottobre dell'anno scorso per partecipare ai Giochi mondiali militari, che hanno richiamato oltre 10mila atleti da tutto il pianeta. In quel periodo nessuno parlava ancora di Covid-19. Poche settimane dopo, però, proprio nella zona di Wuhan hanno iniziato ad emergere delle polmoniti atipiche. Fino alla conferma del primo caso di malattia causata dal nuovo virus, fino a quel momento sconosciuto, accertato solamente nel mese di dicembre proprio nella stessa metropoli cinese.
«Dopo i mondiali di fine ottobre a Wuhan molti atleti si erano ammalati di una forma influenzale. E anch'io mi ero ammalato - spiega Tagliariol - ho sviluppato una forma influenzale acuta, che ha colpito i polmoni, dalla quale sono guarito prendendo dei farmaci e con un decorso forse un po' più lungo del solito. Le cose possono essere due: può essere che io sono asmatico e di conseguenza le forme influenzali mi colpiscono spesso ai polmoni oppure, visti i sintomi, c'è la possibilità che sia stato colpito dal coronavirus».

LA TERAPIA
L'olimpionico trevigiano ha affrontato la malattia con una normale terapia di supporto. Nonostante questo, sono state necessarie tre settimane per mettersi alle spalle quella pesante forma influenzale. Inizialmente ha avuto molta tosse. Poi, una volta rientrato in Italia, gli è salita la febbre. Sempre più su. Qui sono iniziate le preoccupazioni. Tanto da spingerlo a dire alla compagna, Martina Batini, azzurra del fioretto, di tenersi pronta a chiamare l'ospedale in caso di necessità. Per fortuna non è servito. Ma sono state necessarie tre settimane per superare la spossatezza causata dalla malattia. E non era ancora finita. Perché poco dopo si è ammalato anche suo figlio, che non ha ancora compiuto due anni. Infine, si è ammalata pure la sua compagna, per fortuna in modo più lieve. Adesso stanno bene. Nessuno sa se sono stati colpiti dal coronavirus: sette mesi fa non c'erano i test di oggi.

L'ESPERTO
Il sospetto che il Covid-19 abbia iniziato a girare molto prima rispetto a quando è stato effettivamente evidenziato, però, è sempre più forte. Non solo in Cina. La conferma arriva anche dall'alto numero di radiografie ai polmoni richieste nell'ospedale di Treviso già nel mese di gennaio.
«Ne abbiamo fatte più del solito spiega Giovanni Morana, direttore dell'unità di Radiologia diagnostica del Ca' Foncello quando l'emergenza sanitaria si sarà smorzata, andremo a valutare eventuali origini comuni». L'idea è di sviluppare uno studio per capire quante radiografie sono state richieste nello specifico per polmoniti virali, differenziandole da quelle batteriche. Sarà uno dei primi passi per fare chiarezza sulla diffusione del coronavirus nella Marca già a partire dall'inizio di quest'anno. Cioè un paio di mesi prima del primo contagio ufficiale nel trevigiano, registrato nel reparto di Geriatria dello stesso ospedale di Treviso alla fine di febbraio.

 
Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 10:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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