​L'assalto dei pazienti ai medici e le domande più strane: «Dottore, devo disinfettare l'ananas?»

Domenica 1 Novembre 2020 di Nicoletta Cozza
L'assalto dei pazienti ai medici e le domande più strane: «Dottore, devo disinfettare l'ananas?»

PADOVA Dodici ore in ambulatorio. E ancora non basta, perché anche dopo, cioè fino a notte, il cellulare, tra chiamate, sms e whatsapp, non smette di suonare.

La psicosi-Covid, dunque, sta mettendo a dura prova i medici di famiglia, presi d'assalto dalla gente che in modo seriale chiede le ricette per fare il tampone, il più delle vuole senza motivo e, cercando rassicurazioni, pone quesiti di ogni genere: da come disinfettare l'ananas a bisogna togliersi le scarpe prima di entrare in casa?. Domenico Crisarà, vice segretario nazionale della Fimmg, che nel Veneto conta 2 mila 400 sanitari di base, non ha dubbi sul fatto che sulla psicosi che sta dilagando ci siano responsabilità. «Ci siamo noi in trincea - osserva - però altri colleghi, per carità professionisti di altissimo livello, ma che restano chiusi nei laboratori, non si rendono conto dell'effetto che hanno le loro dichiarazioni. Quindi, vanno in televisione, pontificano, e quanto affermano genera disorientamento negli assistiti. I quali poi che cosa fanno? Si rivolgono a noi, subissandoci di telefonate, o chiedendo con insistenza la ricetta per fare il tampone, magari perché dieci giorni prima hanno incrociato un soggetto che a sua volta ha visto da lontano un positivo».

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L'AFFONDO

«Quando le persone hanno paura - rincara Crisarà - mica vanno dal professor Andrea Crisanti che hanno ascoltato in tv. Corrono nei nostri ambulatori, o ci tempestano di chiamate. E tutto ciò appesantisce le situazioni già complicate che dobbiamo affrontare ogni giorno. Invito quindi lui e tutti i suoi colleghi virologi a mettere a disposizione della popolazione il numero del cellulare, per telefonate e whatsapp, e a dedicare due ore della giornata per rispondere alle domande dei pazienti. Solo in questo modo possono rendersi conto del macello che creano quando partecipano ai dibattiti televisivi sul Covid, senza tenere conto delle ricadute che quanto dicono ha su chi li ascolta».

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Se il Sars Cov 2 circola, si diffonde e si sposta lo deve ai gesti più semplici che chiunque compie ogni giorno. La trasmissione delle infezioni avviene, infatti, soprattutto attraverso i droplets, ossia le goccioline che si eliminano quando si parla, si respira, si tossisce, si starnutisce.


«In aggiunta - ha poi concluso il rappresentante della Fimmg - c'è anche il fatto che costoro dal piccolo schermo danno versioni spesso contrastanti che mettono in confusione i cittadini, che già hanno le idee poco chiare su come affrontare l'emergenza. E comunque non siamo soltanto noi a essere penalizzati, perché quando finisce il nostro orario, le persone, non potendo contattarci, vanno direttamente al Pronto soccorso, intasandolo: se si fa un giro la notte si vede che è pieno di gente che arriva in preda a psicosi da Covid e che quindi chiede risposte urgenti perché ha il terrore di essere stata contagiata e convinta che il virus risulti letale in poche ore».

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Ci sono oggetti che portiamo sempre con noi che vanno sanificati, proprio come le mani. Appendici del nostro corpo, tecnologiche e non, che devono tenersi alla larga dal è infatti un sistema che permette di effettuare acquisti tramite carte di credito o di debito, smart card, smartphone e altri dispositivi, per mezzo delle tecnologie RFID e NFC.

Ultimo aggiornamento: 15:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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