Primo bilancio della riapertura, sette comuni del Padovano in bilico per numero di nuovi contagi

Sabato 8 Maggio 2021 di Mauro Giacon
La situazione dopo la riapertura è in costante monitoraggio

PADOVA - È la prima fotografia di com’è andata dal 26 aprile, giorno in cui il Veneto, come molte altre regioni, è passato in giallo. L’ha scattata la Regione e l’ha inviata attraverso l’Ulss6 a tutti i sindaci per capire come sta il proprio territorio. È un ottimo osservatorio perché fotografa esattamente la prima settimana di “liberazione”, ovvero il punto base. Di solito infatti chi si infetta ha un periodo di incubazione di una settimana di media, dunque sarà la foto scattata questa settimana che ci darà il senso della progressione del virus rispetto alle aperture.

Intanto bisogna dire che il risultato dell’intero territorio dell’Ulss 6 ha dato un risultato confortante, con una incidenza di casi di 107 per ogni 100mila abitanti su una soglia di 250.

SITUAZIONE DELICATA
Non siamo partiti da una situazione troppo delicata ma nemmeno troppo facile. In sintesi sono sette i comuni ancora a rischio, nel senso che hanno superato la soglia dei 250 casi ogni 100mila abitanti oltre la quale, se resta una settimana, dovrebbero scattare dei provvedimenti sanitari. Il fatto che questi non vengano attuati però si deve al fatto che l’incidenza si calcola nell’intero distretto, dunque la media per ora ha portato a dati più rassicuranti. I distretti infatti sono quattro. Padova Bacchiglione e Padova Piovese con 440 casi su 376mila abitanti hanno una percentuale di 116. Padova terme e Colli con 117mila abitanti e 100 casi hanno una percentuale di 84. L’Alta padovana con 288 casi su 257mila abitanti ha una percentuale di 111 e Padova Sud con 169 casi su 179mila abitanti ha una percentuale di 94. Però è un fatto che in tutta l’Ulss 6 Euganea dal 26 aprile al 2 maggio ci sono stati 997 nuovi casi su 931mila aitanti con una percentuale d 107.

LE ZONE CRITICHE
Ciò non toglie però che, osservando la distribuzione dei casi, la zona del Piovese non sembra essersi scrollata di dosso i mini focolai che l’hanno contraddistinta finora. In particolare, anche se in diminuzione, risulta ancora critica la situazione a Bagnoli per la terza settimana di fila oltre la soglia come Bovolenta a cui si unisce S. Pietro Viminario. Il fatto è che il virus si sta spostando. Anche Anguillara che la settimana precedente non era in zona critica ma ci era vicina, ora è dentro. La stessa costanza si deve riferire a due comuni dell’Alta, Santa Giustina in Colle insieme a Massanzago dove evidentemente la contaminazione resta alta e non se ne vuole andare creando dei minicluster. Le ragioni sono le solite: si va dal parrucchiere del comune vicino, o a fare la spesa nel supermercato appena fuori paese, o ci si incontra con i parenti che vivono a qualche chilometro di distanza.

I PUNTI MIGLIORI
A questa situazione fa da contraltare quella di molti comuni del distretto di Padova sud una zona che risulta di gran lunga quella più “pulita” dal virus. Molti dei comuni a zero contagi infatti si trovano in questa fascia. La zona sicura comincia da Battaglia Terme e Barbona per arrivare a Castelbaldo, Masi, Urbana e Villa estense. Per la seconda volta Vo’ di presenta ancora libero da casi di Covid. Non si può dire lo stesso di Merlara che ne ha due. Anche l’Alta vive di gloria. Ad esempio con Gazzo padovano e Grantorto dove per la prima volta non si sono registrati casi.

LA FASCIA DI MEZZO
C’è tutta una fascia di comuni magari più popolosi che pur non avendo i numeri critici ha comunque una serie di casi importanti. Albignasego ad esempio ha 41 casi di coronavirus. Selvazzano ne ha 20, anche se la sua soglia è molto bassa, 80 per 100mila abitanti. Ponte S. Nicolò ha 24 casi ed è riuscito appena questa settimana ad uscire dal numero dei comuni a rischio. Altre situazioni potenzialmente pericolose sono i 28 casi di Villa del Conte.

 

Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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