Covid & lavoro: aumenta la regolarizzazione di colf e badanti

Giovedì 26 Agosto 2021 di Marina Lucchin
Covid & lavoro: aumenta la regolarizzazione di colf e badanti

PADOVA Non c’è crisi per colf e badanti nel padovano.

Tra gli effetti della pandemia da Covid, infatti, c’è stato l’aumento delle richieste di queste figure professionali e anche la diminuzione degli irregolari. È quanto mette in evidenza un’indagine effettuata da Domina, l’Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico elaborando i dati dell’Inps. Nel 2020, anno caratterizzato dal coronavirus e dalla conseguente crisi economica, se da una parte il Padovano, come il resto d’Italia, ha registrato una forte contrazione del numero di occupati, il settore del lavoro domestico è stato caratterizzato da un aumento della componente regolare dopo anni di stagnazione: sono state 2.026 le richieste di regolarizzazione tra città e provincia. 


LE MOTIVAZIONI
Due i fattori che, secondo l’Inps, avrebbero aiutato ad innescare questa tendenza positiva. In particolare. Prima di tutto il lockdown, intervenuto successivamente alla prima ondata di diffusione del Covid-19, ha indotto le regolarizzazioni per consentire al lavoratore di spostarsi liberamente. Inoltre l’entrata in vigore, a maggio dell’anno passato, della norma che regola l’emersione dei rapporti irregolari introdotta dal Decreto Rilancio che ha coinvolto principalmente lavoratori stranieri, ha dato una spinta in più a sanare molte posizioni.
Secondo Lorenzo Gasparrini, segretario generale Domina, oltre a questi motivi, «l’emergenza sanitaria ha portato un aumento del fabbisogno di assistenza da parte delle famiglie, soprattutto per i bambini (con le scuole chiuse) e gli anziani soli». Senza contare poi che molti hanno preferito riportare a casa dalle case di riposo i propri cari per prendersi cura di loro senza correre il rischio di non vederli per lungo tempo o che gli anziani rimanessero contagiati nelle strutture che, purtroppo, in molti casi sono diventati dei cluster che non hanno lasciato scampo ad alcuni ospiti.


GLI STRANIERI
Inoltre l’impiego registrato di lavoratori domestici di nazionalità italiana, infatti, presenta un lieve andamento crescente in corrispondenza delle prime chiusure in cui era necessario avere un rapporto regolare per poter circolare per motivi di lavoro.
Al contrario, per i lavoratori domestici stranieri lo stesso periodo è interessato da una decrescita, una circostanza che trova una spiegazione in due diversi elementi fattuali. Il primo è dovuto al fatto che agli albori della pandemia alcuni domestici stranieri che si trovavano a Padova sono tornati nei paesi di origine per non rischiare di rimanere bloccati dentro i confini italiani, il secondo, invece, al fatto che i lavoratori domestici che, al momento dello scoppio del contagio da Covid, si trovavano temporaneamente nel proprio paese di provenienza, a causa del lockdown non sono più potuti tornare a lavorare in Italia.


I NUMERI
In merito alle principali aree di provenienza, dallo studio di Domina si nota che il 55,9% dei domestici proviene dall’Est Europa, e si registra una netta prevalenza del genere femminile (91,9%). L’età media del lavoratore domestico è di 50 anni e l’’incidenza degli italiani è maggiore nei lavori che non richiedono la convivenza (18%). Il datore di lavoro in Veneto e nel Padovano ha un’età media di 58 anni ed è in prevalenza uomo (58%). 
A livello provinciale, Padova registra il maggior numero sia di colf (26,5% del totale regionale) che di badanti (20,7%). Anche in termini relativi la nostra provincia segna la maggiore incidenza in entrambi i casi: 8,4 colf ogni mille abitanti (media regionale 6,1) e 11,6 badanti ogni cento anziani (media regionale 10,3). Sull’attività delle badanti rischia però di pesare il green pass: i collaboratori domestici rischiano il licenziamento nel caso in cui il datore di lavoro ritenga fondamentale poter contare sull’immunizzazione del proprio collaboratore.
 

Ultimo aggiornamento: 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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