Covid, Miozzo (prosciolto) siluro a Crisanti: «Mago Merlino lasci il Senato e torni a occuparsi di zanzare»

Sabato 29 Luglio 2023
Agostino Miozzo (a sin) e Andrea Crisanti

PADOVA - «Andrea Crisanti si dimetta da senatore e torni a occuparsi di zanzare, l’unica cosa che forse sa fare con qualche margine di successo». È il «consiglio non richiesto» che Agostino Miozzo, già coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, rivolge al professor Andrea Crisanti in una durissima lettera pubblicata ieri su Il Foglio. Miozzo è l’uomo che nei mesi più difficili dell’emergenza Covid ha guidato l’organismo di tecnici chiamato a fornire pareri alla politica affinché potesse prendere le decisioni migliori, e che, assieme ad altre 12 persone (tra cui il presidente della Lombardia Attilio Fontana e l’allora presidente dell’Iss Silvio Brusaferro), era accusato di epidemia e omicidio colposi nella famosa inchiesta dei pm di Bergamo. Un’inchiesta archiviata, finita in un nulla perché le accuse non erano supportate da basi scientifiche. E Miozzo ora si sfoga con quelli che hanno “pontificato”, mettendo al primo posto Andrea Crisanti, il microbiologo consulente della procura di Bergamo la cui perizia ha costituito una parte importante dell’accusa.
Con l’archiviazione del processo - ha scritto Miozzo al Foglio - «ora torno a essere un uomo pulito, senza l’onta di un sospetto devastante: aver contribuito a dare la morte a 57 persone e non aver fatto ciò che era necessario fare per salvarne 4.148», ma «qualche considerazione mi è d’obbligo».

Sulla procura di Bergamo che «ha lavorato per tre anni» per produrre «un atto di accusa che si è dimostrato giuridicamente insostenibile, impreciso e ricco di macroscopici errori».

Ma la lettera è rivolta principalmente a Crisanti. «È raro - scrive Miozzo - vedere uno scienziato esprimersi con argomenti così superficiali, scorretti, oserei dire cinici. Uno che nella vita professionale si è sempre occupato di zanzare e che diventa improvvisamente epidemiologo, virologo, infettivologo, emergenziologo e in questa veste di tuttologo si propone ai media; lo stesso che poi è reclutato dalla procura per fare una consulenza e scrive una montagna di affermazioni che mi limito a definire farisaiche e che, grazie a questa fantasiosa narrazione, costruisce il personaggio che alla fine lo porterà a coprire, a mio parere senza merito, uno scranno del nostro Senato. Il sig. Crisanti, nella sua qualità di consulente tecnico di parte, nonostante nelle varie interviste si sia autoproclamato perito, ha avuto accesso a fascicoli riservati, ha letto testimonianze e partecipato a interrogatori, per poi scrivere 83 pagine di ricette degne del “Mago Merlino”, depositate alla procura di Bergamo il 21 aprile 2021». Poi la domanda: «Cosa ha fatto questo signore per far sì che l’ospedale in cui lui lavorava, il comune o la sua regione arrivassero preparati a una emergenza unica nella storia dell’umanità? (...) Io della regione Veneto ricordo solo un ottimo presidente, Luca Zaia, che si prodigava h24 per inventare risposte compatibili in quei drammatici momenti, e tanti bravi colleghi che hanno continuato in silenzio la loro attività nei reparti di ospedale». Fino al consiglio di dimettersi: «Rimetta al presidente La Russa il mandato di senatore conquistato tradendo la fiducia dei suoi elettori e illudendo centinaia di parenti delle vittime nella ricerca d’improbabili capri espiatori alla tragedia avvenuta. Torni a occuparsi di zanzare, sig. Crisanti, l’unica cosa che forse sa fare con qualche margine di successo, e magari torni a fare il suo mestiere all’Imperial College, il suo vecchio incarico all’ospedale sarà così finalmente destinato a un collega di questo nostro disastrato sistema sanitario».
Crisanti, su Facebook, aveva così commentato l’archiviazione dell’inchiesta: «Utilizzare la sentenza per affermare che non si siano commessi errori è un’offesa all’intelligenza degli italiani e un affronto ai familiari delle 90mila vittime».

Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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