Specializzandi in sciopero dopo le accuse di Donato: «Frasi mendaci, l'ordine dei medici prenda provvedimenti». Zaia chiede scuse immediate

Lunedì 4 Maggio 2020
Specializzandi in sciopero dopo le accuse di Donato: «Frasi mendaci, l'ordine dei medici prenda provvedimenti». Zaia chiede scuse immediate

PADOVA - Specializzandi in sciopero dalle 8 di questa mattina. Dopo le dichiarazioni del primo maggio del direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera di Padova, Daniele Donato, i medici specializzandi rispondono con lo sciopero e la richiesta di scuse formali da parte del dirigente. Donato aveva dichiarato che gli specializzandi avevano messo in difficoltà la struttura sanitaria, perché nei momenti di pausa avrebbero "abbassato" le difese favorendo la trasmissione del virus.

«SUBITO UN'INDAGINE»
«Le nostre richieste sono state semplici - si legge in una nota di Mespad, Medici Specializzandi Padova, presieduta da Andrea Frascati -: le scuse formali e pubbliche, la smentita del contenuto delle dichiarazioni ed
un incontro urgente per chiarimenti e confronto. Le scuse del dottor Donato sono state parziali e non adeguate alla gravità di quanto dichiarato, non smentendo quanto articolamente affermato. Con una conferma di una modalità reiterata, non è inoltre giunta neppure risposta alla nostra richiesta di incontro. Data l’ennesima dimostrazione di indifferenza e l’apparente disinteresse nel ricomporre la frattura, è stata dichiarata l’astensione degli specializzandi dalle attività formative professionalizzanti dalle 8 del 4 maggio, garantendo comunque per i pazienti i servizi di emergenza e nelle aree Covid. Questo per la tutela della salute della popolazione nonostante, per legge, i medici in formazione specialistica non siano in alcun caso sostitutivi del personale strutturato. In merito alla veridicità dei dati riportati nella dichiarazione del dott. Donato, chiediamo che venga avviata immediatamente un’indagine ufficiale per ricostruire l’origine dei contagi tra il personale sanitario ed in particolare per quello medico in formazione specialistica. Dire che solo uno specializzando sarebbe stato contagiato nell’esercizio della professione, lasciando presagire che la restante parte abbia contratto l’infezione per propria superficialità e negligenza, negherebbe di fatto il rischio professionale a cui quotidianamente siamo stati esposti. L’evidenza di una dichiarazione mendace dovrebbe portare a seri provvedimenti sia da parte della direzione generale che dell’Ordine professionale». 

«AZIENDA OSPEDALIERA NON RISPONDE»
Prosegue la nota di Frascati: «Pretendiamo inoltre un incontro urgente con la direzione dell’Azienda Ospedaliera, richiesta caduta ripetutamente nel vuoto e che ora diventa imprescindibile ottenere. Non si tratta solo di chiarire gli eventi che hanno portato a questo estremo gesto di protesta, ma servirà per rispondere e dare garanzie sulle molteplici decisioni dell’Azienda che si sono susseguite negli anni e si ripercuotono pesantemente sul nostro percorso di formazione. Queste dichiarazioni sono la punta dell’iceberg di ciò che gli specializzandi hanno subito negli ultimi anni, trovandosi a venire identificati come studenti o lavoratori a seconda della convenienza del momento, senza però vedere riconosciute le garanzie e la sicurezza sul lavoro, basilari per la nostra tutela e quella dei pazienti che curiamo. Tutto ciò in aggiunta all'impossibilità di usufruire di spazi adeguati né dei servizi minimi normalmente garantiti a chi, come noi, presta servizio in ambito sanitario. Se non verrà convocato un incontro urgente da parte dell’Azienda in grado di chiarire le posizioni espresse e di offrire le tutele necessarie, ci riserviamo di proseguire ed ampliare ulteriormente la nostra astensione».

«PRENDANO LE DISTANZE»
«Le parole del direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova sugli specializzandi sono incomprensibili. Ci auguriamo che anche Zaia, in uno dei suoi tanti comizi on line prenda le distanze e faccia altrettanto l’assessore Lanzarin». A chiederlo è Claudio Sinigaglia, consigliere regionale del Partito Democratico, commentando le affermazioni del dottor Daniele Donato che ha attribuito la diffusione del virus a ‘comportamenti di socializzazione nelle pause di lavoro degli specializzandi’.

ZAIA: «DONATO NON PERDA UN ISTANTE»
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, sottolinea il proprio auspicio affinché «il direttore sanitario di Padova, Daniele Donato, faccia le sue scuse in modo trasparente e compiuto agli specializzandi. Se il tema del 'blocco" delle attività degli specializzandi, che sono una colonna della sanità veneta, è legato all'incontro con Donato, il direttore sanitario non perda un istante. E si parta poi più veloci di prima». «Gli specializzandi - ha concluso - non sono percepiti come un problema dalla sanità veneta».

GLI ORDINI: «DICHIARAZIONI IMPROVVIDE» 
«Dichiarazioni improvvide», così in un post su facebook il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo) Filippo Anelli definisce le esternazioni del direttore sanitario Daniele Donato. «Le sue dichiarazioni sono improvvide, in quanto ipotizza un possibile contagio extraospedaliero o per comportamenti poco responsabili  - scrive Anelli - io invece credo che i colleghi si fanno carico di molte delle carenze assistenziali, alcune volte sono lasciati anche soli, e spesso non hanno tutti i presidi di protezione individuale che dovrebbero avere.

Vanno ringraziati per l'impegno, l'entusiasmo e la disponibilità che mettono nel loro lavoro». 

Ultimo aggiornamento: 17:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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