Coronavirus, il direttore sanitario: «Contagio favorito dagli specializzandi». E loro: «Si scusi». Donato: «Un equivoco»

Sabato 2 Maggio 2020
Coronavirus, il direttore sanitario: «Contagio favorito dagli specializzandi in ospedale». E loro: «Vogliamo le scuse»
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Specializzandi in ospedale e contagio da Coronavirus: scoppia la polemica a Padova. Gli specializzandi «escono di casa e hanno una vita sociale molto attiva. Sono questi i soggetti che nel momento in cui si inseriscono nell'ospedale creano maggior pericolo». Lo ha detto ieri Daniele Donato, direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera di Padova, nel corso di un webinar organizzato dalla Società italiana di chirurgia plastica sulla fase 2 del coronavirus.

Nel video, Donato afferma che la diffusione del contagio nel personale sanitario sarebbe avvenuta soprattutto «nei momenti di socializzazione al di fuori dell'area assistenziale» tra gli specializzandi: «Nel momento in cui erano in ospedale e dovevano seguire tutte le misure di barriera erano estremamente precisi e monitorati, ma nel momento in cui si trovavano nella loro sala per mangiare un panino assieme o per usare il computer, questi comunque hanno trovato dei momenti di contatto e di comunione che hanno favorito la trasmissione del virus».




La replica: vogliamo le scuse
«Parole inaccettabili e lesive dell'integrità e della professionalità dei medici in formazione specialistica». È dura la reazione dei rappresentanti degli specializzandi alle affermazioni del direttore sanitario dell'ospedale di Padova, Daniele Donato, circa i "pericoli" costituiti dai comportamenti dei giovani medici per la diffusione del virus. «Il Direttore Sanitario dovrebbe vergognarsi e scusarsi pubblicamente con tutti gli specializzandi che ogni giorno permettono il funzionamento dell'Azienda», afferma Andrea Frascati, presidente di Mespad Specializzandi Padova.
Medici, sottolinea, che hanno lavorato in prima linea in tutti i reparti dell'Azienda, «inizialmente senza idonei dpi e in assenza di adeguate disposizioni dalla direzione medica». Ora Mespad, spiega Frascati, sta valutando se adire le vie legali per contestare l'accusa di procurata epidemia e il danno d'immagine. «Ciò che è certo - conclude Frascati - è che le parole del Direttore Sanitario avranno delle conseguenze. Pretendiamo scuse pubbliche ed il dovuto riconoscimento del lavoro quotidiano, da concretizzarsi in un incontro urgente. Se al contrario, la Direzione ritenesse la nostra presenza pericolosa e dannosa per l'Azienda sanitaria, noi per primi provvederemo a sospendere al più presto i servizi».


Le successive precisazioni e scuse del direttore sanitario 
«Le riflessioni fatte sono state estrapolate da un seminario orientato a valutare i rischi e le problematiche relative alla imminente cosiddetta "fase due"; i ragionamenti di cui si tratta riguardavano aspetti epidemiologici e di carattere preventivo e non erano giudizi attinenti a categorie professionali - precisa il direttore sanitario Daniele Donato -; gli operatori sanitari risultati positivi dal 22 febbraio ad oggi sono stati complessivamente 140, dei quali 36 Medici specializzandi; solo un medico, riscontrato positivo allo screening ed asintomatico, ha lavorato in area Covid». 
«Ciò detto - prosegue Donato - si esprime un ringraziamento per tutti i medici in formazione che in questi mesi si sono impegnati per il contenimento dell'epidemia, contribuendo ad ottenere i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, sia in termini clinici che di personale infettato. In virtù dell'impegno profuso e delle competenze riconosciute molti dei medici in formazione operanti in area Covid hanno potuto firmare un contratto di lavoro; allo stesso tempo si prendono le distanze da libere interpretazioni destituite di qualsiasi fondamento circa una presunta e mai asserita maggiore pericolosità dei medici in formazione o su comportamenti volutamente scorretti».

 «Ci si rammarica - conclude - se, nonostante gli elementi sopra definiti, in qualcuno permanesse la percezione di una scarsa considerazione dal momento che ciò non è mai stato nelle intenzioni della Direzione e ci si scusa per l'equivoco dal momento che non era intenzione offendere nessuno».

Il rettore Rizzuto: «Agli specializzandi solo grazie»
«Ribadisco che il coraggio, la generosità e la grande professionalità che i nostri giovani colleghi dimostrano ogni giorno in ospedale e di cui siamo orgogliosi, sono stati decisivi anche nell'emergenza Covid-19, nella quale di concerto con l'Azienda ospedaliera Università di Padova sono state sempre assicurate misure di sicurezza di alto livello». Così il rettore dell'Università di Padova Rosario Rizzuto, interviene nella polemica sugli specializzandi innescata dalle dichiarazioni del direttore sanitario dell'azienda di Padova Daniele Donato, secondo il quale i medici in formazione avrebbero «favorito il contagio in ospedale», con i loro comportamenti. «Per loro, che ho voluto al mio fianco nella cerimonia di apertura dell'anno accademico a testimonianza della stima gratitudine e sostegno dell'intero ateneo, una sola parola a caratteri cubitali: GRAZIE», conclude.

Zaia: «Scuse siano doverose»
«Va ripristinato il buon rapporto con le scuse. Punto. Magari fretta, stanchezza, il ragionamento a voce alta, può venir fuori qualche cocetto che non ci sta e credo servano le scuse. Gli specializzandi - ha detto il Governatore Luca Zaia -  sono una colonna portante, li abbiamo coinvolti nell'offerta sanitaria del Veneto, pensare di averli voluti in corsia, in prima linea, bravissimi, entusiasti e freschi di accademia... penso che le scuse siano doverose».

 
Ultimo aggiornamento: 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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