Acconciatori ed estetiste in rivolta: «Se non c'è fiducia, prendetevi le nostre imprese»

Sabato 2 Maggio 2020
LA CAMPAGNA Web inondato di slogan e selfie: "In un mese perdiamo 26 milioni di euro”


PADOVA – «Ci negate il futuro. Se non c’è fiducia prendetevi le nostre imprese #Dateciunfuturo». Questo lo slogan della nuova campagna social dell’acconciatura ed estetica di Confartigianato Imprese Veneto al via da oggi. E sin dalle prime ora è diventata già virale su facebook.
«Abbiamo chiesto a colleghi e clienti - spiega Ennio Mazzon, presidente dell’acconciatura e dell’estetica - di condividere il più possibile il banner della nostra campagna. Abbiamo loro proposto inoltre di stampare il volantino e di farsi un selfie a casa, davanti al negozio oppure al suo interno, postando la foto sui social con l’hashtag #Dateciunfuturo. Una rivolta nel pieno rispetto del distanziamento sociale e delle regole di uscita da casa per continuare la pressione verso il Governo per una nostra rapida apertura. Un ulteriore mese di chiusura non è economicamente sopportabile dalle nostre imprese che rischiano di dover “deporre” spazzole, forbici, limette e tutto il resto dell’attrezzatura».
«L’incomprensibile ed inaccettabile decisione del Governo di rinviare al primo giugno la riapertura di acconciatori e centri estetici – continua Mazzon -, amplia le perdite di fatturato delle imprese regolari a cui si sommano gli effetti della concorrenza sleale del sommerso. Nel settore dei servizi alla persona e attività artistiche e di intrattenimento, nel quale sono compresi acconciatori e istituti di estetica, il tasso di irregolarità del lavoro è del 26,3%. Il mancato inserimento del settore dell’acconciatura ed estetica nell’allegato 3 del Dpcm dello scorso 26 aprile aggrava il già pesante bilancio delle perdite: quella legata alla chiusura prolungata fino al 1° di giugno è pari a 26 milioni di euro per le 2277 aziende artigiane della provincia e i loro 4900 addetti, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Ufficio studi di Confartigianato. Si tratta del 26,5% del fatturato annuo. Così non è possibile garantire la sopravvivenza delle nostre imprese e pertanto, - conclude il presidente - auspichiamo che il Governo adotti a brevissimo strumenti normativi adeguati».


 

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