LEGNARO - Condanne per oltre 37 anni di carcere sono state sollecitate dal pubblico ministero Sergio Dini al processo contro la banda di sinti, accusata di una lunghissima serie di rapine e furti nelle auto.
L’ELENCO
Violenti e senza scrupoli, i sinti devono rispondere di ventisei colpi, tra cui sette rapine. La più crudele è quella consumata il 12 ottobre del 2020: David Curcio, dopo essere evaso da una comunità di recupero nel vicentino, si era recato ad Abano per rapinare i suoi nonni. Il colpo, dall’esiguo bottino di 30 euro, lo avrebbe consumato in compagnia di Millas, Fulle e di un minorenne che aveva il compito di autista. I due anziani erano stati spintonati e presi a schiaffi. Curcio aveva poi collaborato con gli inquirenti in sede di indagini uscendo di scena con un patteggiamento a quattro anni di reclusione.
Altra rapina a Solesino il 21 settembre 2020: a farne le spese un automobilista a cui era stata tagliata la strada per bloccarlo e derubarlo. E prima ancora, a Conche di Codevigo, il 16 luglio del 2020, l’ex pugile Millas avrebbe preso a pugni una commerciante di pesce per rapinarla della borsetta griffata “Dolce e Gabbana”. Nell’elenco figura pure l’efferata rapina consumata a Mestre il 16 ottobre 2020. Nell’occasione Millas avrebbe colpito con una raffica di pugni padre e figlio per rubare loro 180 euro, un tablet e un telefono cellulare. Uno dei due era stato dimesso dal pronto soccorso con una prognosi di 51 giorni. Altri tre colpi sarebbero stati consumati a Padova il 27 ottobre, a Copparo (Ferrara) il 10 novembre e ad Anguillara Veneta il 25 novembre 2020. La banda è accusata inoltre di diciannove tra furti e tentati furti messi a segno tra Marghera, Mira, Rosolina, Legnago, Candiana, Conselve, Agna e Loreo, tutti ai danni di automobilisti.