Si avvicina la vendemmia: i cinghiali assaltano i Colli. Danni ingenti alle uve in maturazione

Coldiretti lancia l'allarme: "Chiediamo maggiore controllo della specie invasiva"

Giovedì 10 Agosto 2023 di Lucio Piva
Si avvicina la vendemmia: i cinghiali assaltano i Colli. Danni ingenti alle uve in maturazione

VO' EUGANEO - Per l'uva è davvero un'ottima annata. Peccato che i primi a confermarlo siano i cinghiali che stanno dando l'assalto ai vigneti dei Colli. La scena di ripete con lo stesso copione, da Vò a Teolo come da Torreglia a Galzignano. Gli ungulati stanno divorando infatti quintali di uva proprio nella fase di ultima maturazione. E quello che è peggio sanno quali vigneti scegliere. I preferiti, a giudicare dai danni arrecati, sono quelli destinati a produrre il moscato giallo come il Fior d'Arancio, senza tuttavia disdegnare le altre qualità. Gli assalti si sono fatti sempre più frequenti da indurre i viticoltori ad anticipare la vendemmia.
Le prime raccolte, organizzate proprio per sottrarre i grappoli ai branchi selvatici sono pronte a partire a ridosso di Ferragosto. I proprietari dei vigneti comunque non si fanno illusioni. Sanno benissimo che fra pochi giorni finiranno nelle fauci dei cinghiali anche le uve rosse, con danni quindi annunciati per i produttori dei vari marchi Doc e Docg dei Colli. Ancor più preoccupati dei viticoltori collinari sono quelli nelle zone pianeggianti al confine con l'area del Parco.
Alle "Vallette" di Ospedaletto Euganeo, già segnalata come popolata colonia di ungulati, l'assalto alle uve è un fatto ormai sistematico.

L'allarme di Coldiretti non si è fatto attendere.


L'ALLARME
«Più volte abbiamo ha messo in chiaro il presidente di Coldiretti di Padova, Roberto Lorin abbiamo chiesto al Governo, alla Regione e al Parco dei Colli Euganei una maggiore efficacia nel controllo della specie invasiva. Nonostante l'aumento delle catture e gli effetti del piano di controllo gli agricoltori continuano a parare un prezzo ancora troppo alto». Oggetto dell'allarme dei coltivatori non sono solo i danni ai raccolti, ma quelli subiti dalle strutture e dai terreni ove sorgono i vigneti. Per alzarsi e prendere i grappoli più grossi infatti, i cinghiali si alzano appoggiandosi ai pali delle viti. Molti sostegni immancabilmente vengono abbattuti e divelti.
Pesanti anche le conseguenze del passaggio dei branchi sui terreni, soprattutto su quelli coltivati a terrazzamento. In diverse situazioni si sono notati smottamenti pericolosi per le coltivazioni e per l'uomo. Il rischio di dissesti idrogeologici è sempre in agguato. Al flagello che minaccia la vendemmia, il Parco Colli, oppone il potenziamento del numero e dei mezzi controllori e l'incremento delle ore dedicate alla cattura. Ma ai coltivatori, costretti già a fare i conti con i danni le cifre non bastano. «Servono ha replicato il presidente Roberto Lorin - soprattutto risorse e ristori adeguati per le aziende colpite e per gli agricoltori che nel giro di poche ore perdono il frutto di mesi di lavoro».

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