Padova. Silvia Sommaggio, campionessa di corsa: «A 54 anni vi spiego come faccio a vincere ancora»

Alle spalle ha due olimpiadi. Una settimana fa ha vinto la Action Run di Maserà

Venerdì 16 Giugno 2023 di Daniele Pagnutti
Silvia Sommaggio

PADOVA - Le scarpette da corsa non le ha ancora appese al chiodo. Silvia Sommaggio, due olimpiadi alle spalle (Atlanta 1996 e Sidney 2000), figlia d'arte del grande Franco Sommaggio, venerdì scorso ha assaggiato di nuovo il sapore della vittoria. Alla bella età di 54 anni, una settimana fa ha vinto la Action Run di Maserà, una gara su strada del circuito Padova Corre.

E com'è il sapore del successo quando si corre contro avversarie di 20-30 anni più giovani? «Vincere fa piacere - ammette Silvia - anche se ci riesci perché mancano le più forti; d'altra parte alla mia età non posso più competere a certi livelli. Ma è sempre elettrizzante alzare le braccia sul traguardo».

Tante maglie azzurre

Mezzofondista di livello internazionale, tanto da indossare ripetutamente la maglia azzurra (non solo in pista, anche nelle campestri), si è poi "convertita" alle gare su strada quando il cronometro ha iniziato ad essere un nemico. In realtà ha continuato a gareggiare su pista fra le master; tanto per dire nove anni fa a Feltre (a 45 anni) ha corso i 10mila in meno di 37'20", un tempo che farebbe la felicità di tante ventenni. Ma anche sulla strada ha raccolto tanti successi, nelle classiche come la Strasolesino; l'ultima sua vittoria però risaliva al 2017, quando si aggiudicò la "Notturna delle Magnolie" a Tribano. Poi è seguito un periodo in cui le sue assenze dalle gare sono diventate un costante, tanto che più di qualcuno si è chiesto se avesse lasciato l'attività agonistica. Impegnata come tecnico per il Cus Padova - allena le categorie ragazzi e cadetti nell'impianto di atletica di Curtarolo - non aveva comunque smesso di correre («non l'ho mai fatto» dice), ma la partecipazione alle gare si era rarefatta. Si era rivista nelle prime tappe del circuito Padova Corre lo scorso anno, sempre con buoni piazzamenti, ma poi non aveva più partecipato. «Ho sempre sofferto il caldo - spiega - e se una volta dovevo sopportarlo per gareggiare, adesso posso farne a meno. Infatti passata l'estate, avevo poi partecipato in ottobre alla 10 km della Venice Marathon. E siccome quest'anno per ora il gran caldo non è ancora arrivato, sto facendo le gare del circuito e ci sarò anche alla Corrinprato (che si corre stasera, ndr)».

Abituata a praticare sport fin da bambina e non poteva essere altrimenti con un padre allenatore si è data come regola una vita disciplinata e sana. «Una volta era quasi un obbligo, perché i risultati non si ottengono senza qualche sacrificio; ma oggi c'è molta più consapevolezza. Durante le preparazioni per i grandi appuntamenti stavo attenta a tutto; oggi qualche strappo me lo permetto, ma ormai lo stile di vita è quello e so che fa bene. Però senza più esasperazioni». Lo si vede anche dalla maggior voglia di sorridere quando partecipa alle gare. «Sì, fino a dieci anni fa una gara mi prendeva tutta l'attenzione ed esisteva solo il risultato sportivo senza guardarmi troppo intorno; oggi penso che la vita sia bella e cerco di assaporare tutto quello che viene». Il nuovo approccio deriva da una normale maturazione personale, ma anche dal fatto di praticare yoga e shatzu, due discipline orientali che comportano la meditazione. «Mi hanno aiutato molto a gestire gli aspetti fisici e mentali della mia attività, e non solo quella agonistica che oggi è molto più blanda. Se appaio e sono più rilassata è grazie ad un approccio molto più tranquillo e consapevole». Il periodo del lockdown per il covid è stato un passaggio. «Come tutti ho sofferto la situazione, ma ho anche riscoperto qualche piccola abitudine della vita che avevo perso: parlare con un vicino, ascoltare di più gli altri, ritrovare il senso della comunità. E adesso sorrido di più, senza dubbio». Il che non significa che in gara sia diventata meno determinata, la "cattiveria" agonistica è rimasta. «In gara ci sono solo avversarie - ammette ridendo - e superarne una è ancora stimolante. Ma ho accettato il calo fisiologico delle mie prestazioni con l'avanzare degli anni e mi diverto molto di più. Vincere dà la stessa adrenalina, ma l'unico obbligo che mi faccio è di gareggiare al mio meglio: quello che viene è tutto guadagnato». 

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