Il Calcio Padova in ritiro, il ct Caneo: «Corsa e sacrificio, dobbiamo divertirci»

Lunedì 11 Luglio 2022 di Pierpaolo Spettoli
Bruno Caneo

PADOVA - Dai propositi in vista della nuova stagione alla metodologia di lavoro e alle operazioni di mercato. Bruno Caneo parla a tutto tondo del mondo biancoscudato che ieri, 10 luglio, l'ha visto per la prima volta protagonista sul campo, con l'obiettivo di dare la sua impronta al Padova in vista della stagione 2022-2023. «Questo è un gruppo già consolidato, mancheranno due o tre pedine.

Aspettiamo fiduciosi, il direttore Mirabelli è stato bravo perché sta portando a termine tutto quello che abbiamo pensato per costruire questa squadra e per dare una tipologia di gioco come le mie idee suppongono. Sono contento, per ora va tutto bene. Manca la prova del campo dove le risposte saranno più continue e precise. La mia metodologia di lavoro è basata sulla fisicità, per cui sono molto importanti la corsa e la forza. I ritmi saranno dettati anche dalle esercitazioni che faremo con la palla, ma questo periodo di ritiro ci consentirà di mettere una base sostanziosa per proseguire poi il lavoro quando torniamo a Padova».

Considerato che ci sono giocatori scottati nelle ultime due stagioni da promozioni sfumate tra campionato e finali play off, dovrà lavorare anche sul piano psicologico?
«Certamente, fermo restando che quando si parte per una nuova stagione ci sono sempre entusiasmo e la proposta mentale di rifare qualcosa di positivo senza pensare al passato. Bisogna acquisire più energie possibili da trasferire sul campo per creare una mentalità vincente fatta di sacrifici oltre a proporsi a livello fisico».

Cosa ha messo nella valigia che porta in ritiro?
«Ho le idee che hanno fatto sì che negli ultimi due-tre anni si sia iniziato a parlare di me. Non mi piace molto parlare, ma lavorare. Dai giocatori pretendo molto impegno e dedizione perché solo in questo modo possiamo essere protagonisti sul campo e di conseguenza portare sempre più gente dalla nostra parte che è un aspetto importante. Mi voglio divertire e lo devono fare anche i giocatori: quando lo fanno, si divertono anche i dirigenti e i tifosi che ti vengono a vedere».

Ha allenato nel girone del sud di Lega Pro, adesso approda in quello Nord. Che differenze si aspetta?
«Nel girone A la qualità tecnica è un po' più alta, ma dobbiamo lavorare sul piano agonistico e del carattere: per acquisire una certa mentalità che hanno le squadre del Sud nell'affrontare con il piglio giusto ogni avversario, dovremo lavorare soprattutto negli allenamenti. Dobbiamo essere consapevoli della nostra forza e dobbiamo avere rispetto degli altri perché ci sono alcune squadre più forti di noi in questo momento come Vicenza, Pordenone, Feralpi, Alessandria e Triestina. Però sul campo si va sempre in undici contro undici e dobbiamo pensare di superare gli avversari con l'organizzazione di gioco e con il collettivo».

Sono sette al momento i nuovi arrivi: Cretella, Zanchi, Russini, De Marchi, Zanellati, Calabrese e Gagliano.
«Abbiamo deciso di fare delle coppie in ciascun ruolo per avere competizione tra i ragazzi e allo stesso tempo alzarne il livello: non abbiamo un giocatore che vale cento e l'altro cinquanta, ne abbiamo uno che vale cento e l'altro novanta. Questo significa che la competizione è molto elevata e il campo dirà chi merita e chi c'è dentro fisicamente e con la testa, chi è abile a capire quale è l'importanza del ruolo anche nel rispetto dei propri compagni. Questo ritiro ci consentirà di capire di che pasta siamo fatti».

Cosa possono dare in più i nuovi acquisti al gruppo?
«Un'impronta in termini di personalità, si prenderanno la responsabilità di gestire il ruolo e la situazione. Più siamo e più la competizione nel ruolo diventa importante, pertanto a sinistra tra Zanchi e Curcio prevedo che verrà fuori una bella lotta».

Nel reparto avanzato sono arrivati Russini, De Marchi e Gagliano.
«Sono contento perché abbiamo inserito profili di qualità anche se poi la squadra deve riuscire a giocare di reparto al di là dei valori tecnici».

Ceravolo?
«Per noi è importante perché aumenta la qualità e può insegnare anche i movimenti ai compagni di reparto. Lui è un'alternativa a De Marchi e viceversa, mentre Gagliano è una mezza punta sulla trequarti».

In ritiro ci sono anche giocatori come Della Latta considerati sul piede di partenza.
«Tratto alla stessa maniera tutti i ragazzi che sono in ritiro, poi la valutazione sarà fatta dal campo nel senso che vedrò le loro qualità e se ci possono dare una mano».

Manca Ronaldo.
«Non c'è, come qualche altro giocatore dell'anno scorso. Ma queste sono cose da chiedere alla società. Mi fa piacere il rinnovo di Donnarumma, come si fa a dire di no a un personaggio del suo valore. Nella mia idea di calcio il portiere deve sapere giocare con i piedi».

Non il pezzo forte di Antonio, come suo fratello Gigio.
«Ma abbiamo delle dinamiche di gioco per le quali troverà più facile la giocata».

Su Zanellati.
«Non lo conoscevo, ho visto qualche immagine. Un profilo interessante, strutturato e bravo tra i pali e nelle uscite».

Chi sarà l'erede di Ronaldo come capitano?
«Lascio sempre decidere ai ragazzi chi li rappresenta».

Ultimo aggiornamento: 16:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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