PADOVA - Per Ginevra Benetazzo la boxe era nel destino. «Da ragazzina non volevo fare attività fisica, non mi piaceva racconta Ma vengo da una famiglia di sportivi e così a 11 anni mi hanno portata quasi di forza alla Boxe Albignasego, dove allena mio zio, Manuel Tacchetto. Mi sono subito innamorata e appassionata. Poi un giorno è venuta in palestra da noi Irma Testa, il mio idolo, la prima pugile italiana a partecipare alle Olimpiadi. Mi sono motivata ancora di più, ponendomi come obiettivo di provare a diventare brava come lei».
Oggi Ginevra di anni ne ha 16 ed è più che una promessa della boxe italiana.
PROPOSITI AMBIZIOSI
Alla sua prima partecipazione, quattordicenne, è stata sconfitta ai quarti di finale, l'anno scorso gli Europei (così come tutte le altre competizioni internazionali e nazionali) non si sono tenuti a causa della pandemia, ma questa volta le aspettative della ragazza padovana sono più ambiziose. «Punto a vincere una medaglia, possibilmente quella d'oro. Mi sono allenata bene sia con Tacchetto ad Albignasego che con la nazionale, sono in forma. Salirò sul ring al peso di 50 chili, dovrò fare un po' di attenzione alla dieta perché nella competizioni internazionali non si può sgarrare neanche di mezzo etto, veniamo pesate prima di ogni incontro. Giusto sia così».
L'ambizione giustamente non manca a questa ragazza. «Non penso mai troppo a lungo termine, ma non nascondo che sogno di partecipare, come Irma Testa, a un'Olimpiade, ma potrebbe andare bene anche andare a un campionato del mondo. Credo sia giusto e che aiuti avere degli obiettivi. Ma per il momento mi devo concentrare solo sugli imminenti europei a Tiblisi, dove come ho detto, ritengo di poter fare bene. Per arrivare fino in fondo occorre anche un po' di fortuna nel sorteggio dell'avversaria del primo turno. I combattimenti sono di tre riprese da due minuti ciascuna, sul ring dobbiamo avere il caschetto protettivo». Quali ritiene siano le sue migliori qualità sul quadrato? «La potenza nel portare i colpi, poi anche la rapidità. So che a guardarmi non do l'impressione di avere troppa forza fisica, ma l'apparenza inganna».
FUORI DAL RING
Oltre al pugilato ha altre passioni? «Mi piace studiare, andare a scuola, riesco ad avere buoni voti; faccio il liceo classico al Tito Livio. Naturalmente mi piace anche uscire con i miei amici e adesso che finalmente si può, sto fuori più a lungo che posso». Una ragazza molto attiva come lei, in che modo ha vissuto i lunghi mesi della pandemia? «Al contempo bene e male. Ho approfittato per riposarmi un po', e come credo un po' tutti, ho guardato molto la televisione. Però ho anche sempre continuato ad allenarmi. Il periodo in cui si poteva uscire, ma solo fino a 200 metri da casa, per tenermi in forma facevo quel breve tratto di corsa per molte volte. Quando era possibile andavo in palestra ad Albignasego». Nei periodi normali quanto si allena? Tutti i pomeriggi per un paio d'ore, e qualche volta anche di mattina. Non mi pesa, anzi, mi piace. So che ho ancora tanto da imparare, le motivazioni non mi mancano». Lo si era capito.