PADOVA - «Correvo da studentessa universitaria per il Cus (primi anni ’50 ndr); una volta laureata ho smesso perché mi sono sposata e fra marito, figli e il mio lavoro di insegnante non avevo più tempo».
Si racconta così la novantenne Emma Mazzenga, attuale primatista mondiale indoor sui 60 (14”73) e 200 (51”63) per la categoria W90, donne cui mancano meno di dieci anni per raggiungere il secolo di vita. Ieri è stata premiata a Palazzo Moroni dall’assessore Diego Bonavina e dal consigliere Luigi Tarzia con una targa ricordo, segno del riconoscimento della città ad un’atleta davvero unica.
Fisico asciutto, eleganza sobria, eloquio senza fronzoli, risposte dirette e un atteggiamento quasi sorpreso dall’ondata di interesse che si è scatenata sulla sua persona. «Da giovane giocavo anche a basket, poi i tecnici dell’atletica mi hanno chiesto di correre e ho scoperto di essere fatta per gli sport individuali, più che di squadra». Il grande pubblico l’ha scoperta scopre adesso, ma gli addetti ai lavori la seguono da molto tempo; ha cominciato a fare record mondiali nel settore velocità dagli 80 anni e ancora ne detiene alcuni per le categorie W80 e W85. «Non ci vuole un fisico bestiale – sorride Emma – tanti sono sorpresi e pensano che mi sottoponga a chissà quali sforzi per raggiungere questi risultati. Non è così; certo io mi alleno e lo faccio quasi ogni giorno, ma senza particolari aspettative. Quando corro mi diverto, poi se i risultati arrivano bene, altrimenti va bene lo stesso».
SENSO DI INDIPENDENZA
Frequenta regolarmente due impianti: il Colbachini d’estate e il Palaindoor d’inverno. Si sposta sempre da sola, senza chiedere l’aiuto a nessuno. Vive al terzo piano in una palazzina della Guizza senza ascensore, è abituata a fare tutto da sé e questo dà il senso di indipendenza che la pervade. Ha un regime alimentare particolare? «No, a parte il fatto che mi contengo e cerco di non mangiare troppo, anche perché alla mia età il metabolismo rallenta ed è facile prendere peso, però mangio di tutto e non rinuncio ad un mezzo bicchiere di rosso ad ogni pasto, non potrei fare senza».
Padovana, ma tesserata per una società veronese, l’Atletica Insieme: è per una questione d’amicizia con Rosa Marchi, la responsabile del settore master per la Fidal regionale, che è la sua prima sostenitrice. «Infatti spero che mi possa accompagnare ai Mondiali di quest’estate in Svezia, perché di andarci da sola non me la sento». Nota a margine: quando va a qualche manifestazione sportiva, soprattutto all’estero, lo fa a sue spese, perché dalla federazione non arriva alcun sostegno.
Si rende conto di avere un aspetto sorprendente per una donna della sua età? «Non ci avevo fatto caso fino a qualche tempo fa, ma adesso tutti continuano a ripetermelo, quindi sarà vero. Lo sport aiuta, e aiuta anche il fatto di essere in salute; se me ne stessi in poltrona non starei così fisicamente e forse nemmeno intellettualmente. Leggo molto, frequento mostre, vado al cinema. In tv guardo soprattutto l’atletica, ma mi piacciono gli sport individuali; adesso mi sono appassionata a Sinner, uno che da tutto come piace a me».
IL FUTURO
Le gare la attendono: prima dei Mondiali svedesi in agosto farà i campionati regionali la prossima settimana, poi andrà agli Europei in Polonia e prenderà parte anche ai campionati italiani in giugno. Ha avuto dediche particolari per i record stabiliti il mese scorso? «No, non ci ho mai pensato. Forse perché vivo gli eventi sportivi in maniera molto soggettiva. Ripeto: sono contenta se faccio il risultato, ma resta tutto in pista, è una cosa che sento da sola, per me stessa. Ma non per asocialità, è che non mi sembra così importante per gli altri. Tutto sommato quello che faccio è importante per me, mi diverte e soprattutto mi fa stare bene, però non vorrei annoiarvi con tutti questi discorsi».