Ater Padova, spariscono 480mila euro: 19 indagati, l'impiegato autore della truffa si toglie la vita

L’uomo attraverso falsi rimborsi per inesistenti inquilini versava il denaro nel suo conto corrente

Venerdì 1 Dicembre 2023 di Marco Aldighieri
Ater

PADOVA - Le casse dell’Ater, tra il 2015 e il 2021, sono state svuotate di 480 mila euro per opera di un dipendente infedele. L’uomo, un ragioniere 40enne di Monselice, quando si è visto scoperto e accerchiato non ha retto al colpo, e il 9 novembre di due anni fa si è tolto la vita gettandosi sotto a un treno Freccia Rossa all’altezza del passaggio a livello di via Rovella tra le stazioni di Battaglia Terme e quella di Monselice. Deceduto il colpevole della truffa ai danni dell’ente di via Raggio di Sole, adesso davanti al Gup Domenica Gambardella sono finiti in diciannove. Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Maria D’Arpa, gli imputati avrebbero aiutato il loro amico a spostare il denaro dal conto corrente dell’Ater al suo, facendolo transitare per i loro depositi. Così per tutti è arrivata l’accusa di riciclaggio.

Ieri l’ente, attraverso gli avvocati Andrea Gabbani e Pierluigi Tornago, ha chiesto di potersi costituire parte civile. Mentre tre imputati, che hanno già risarcito l’Ater, hanno chiesto di poter patteggiare la loro pena. Il giudice si esprimerà il prossimo 30 di gennaio.

La truffa

Secondo l’accusa il ragioniere, che spesso si spacciava per poliziotto o agente segreto e aveva il vizio del gioco, avrebbe iniziato a svuotare le casse dell’Ater a partire dal 2015. Il meccanismo era piuttosto semplice: falsificava le firme su documenti altrettanto falsi, per giustificare da parte dell’ente restituzioni di acconti, affitti e altre spese in favore di inquilini. Ma anche gli inquilini non esistevano, così i sedicenti affittuari sono diventati gli amici del 40enne di Monselice. Il dipendente infedele dal conto corrente dell’Ater versava i “rimborsi” nei conti correnti dei complici che a loro volto trasferivano il denaro nel deposito del ragioniere. La truffa è andava avanti, secondo l’accusa, fino al 4 novembre del 2021 raggirando l’Ater di 480 mila e 226 euro.

Le indagini

In sei anni nessuno si era mai accorto di nulla, fino a quando il 40enne ha commesso un errore rimborsando per due volte con la stessa somma un “inquilino”. L’operazione ha destato subito l’attenzione dell’Ater ed è scattato un controllo interno. Poi il presidente Tiberio Businaro ha presentato una querela e sono iniziate le indagini da parte della Finanza. Il ragioniere, già sentito da alcuni suoi dirigenti in merito agli ammanchi, quando ha saputo del coinvolgimento delle Fiamme gialle ha capito di essere in trappola. Disperato, si è gettato sotto un treno. Gli inquirenti hanno ascoltato alcuni dipendenti dell’Ater per risalire al meccanismo del raggiro. Poi hanno passato al setaccio i conti correnti del 40enne, e in un secondo momento analizzando il suo pc e il suo cellulare sono riusciti a ricostruire la rete dei prestanome.

Chi sono gli imputati

Su diciannove imputati dieci risiedono a Monselice. Sono Liliana Bergamasco, Gianluca Salviati, Luciano Bisello, Matteo Bizzaro, Ivana Dardengo, Christian Fiocco, Paolo Fiocco, l’albanese Edmond Mucaj (Ater risarcito) e il connazionale Alket Nogaj, e infine Ilaria Rocca (Ater risarcito). Gli altri sono Cesare Brigato di Montegrotto, Mafalda Germi e Paolo Zanovello di Cervarese Santa Croce, Manola Libera di Rubano (avvocato Alberto Di Mauro), Gianluca Piovan di Lusia provincia di Rovigo (avvocato Patrizio Ianiello), Michele Toffano di Pernumia (Ater risarcito), l’albanese Shkelqin Topalli, Patrik Trevisan di Tribano e Stefano Viale di Montegrotto.

Ultimo aggiornamento: 16:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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