Padova. Ater, delegata della Cgil sospesa per aver inviato comunicazioni sindacali con la mail aziendale

Lunedì 19 Febbraio 2024 di Redazione Web
Padova. Ater, delegata della Cgil sospesa per aver inviato comunicazioni sindacali con la mail aziendale

PADOVA - Dipendente di Ater e delegata sindacale della Cgil usa la mail aziendale per inviare comunicazioni relative alla propria attività sindacale: l'ente la sanziona con 4 giorni di sospensione.

«Si tratta di una dipendente – dice Alessandra Stivali, segretaria generale della FP Cgil Padova – che vanta più di vent’anni di servizio nell’Ente, condotti senza aver mai subito nessun procedimento disciplinare fin quando ha avuto l’ardire di chiedere un aumento di livello, comprensibile dopo tanti anni di servizio, che le è stato rifiutato.

Da quel punto sono iniziati i guai e la dipendente è stata sottoposta a un procedimento disciplinare per aver spedito dal proprio indirizzo aziendale di posta elettronica delle comunicazioni, peraltro alla nostra Segreteria Provinciale e al Patronato Inca Cgil».

«Naturalmente – prosegue Stivali – abbiamo impugnato e contestato questo procedimento disciplinare perché sia lo Statuto dei Lavoratori, sia il CCNL applicato ai dipendenti dell’Ater, prevedono la possibilità dell’uso della posta aziendale per l’invio di comunicazioni di natura sindacale. Eppure l’Azienda ha tirato dritto, non ha voluto chiudere la sanzione e ha inflitto 4 giorni di sospensione alla dipendente che, naturalmente, in questo momento è affranta sebbene resti molto determinata a far valere i propri diritti. Voglio ricordare – sottolinea e conclude Alessandra Stivali – che in altri casi simili ci sono state specifiche sentenze che ci fanno ben sperare sul buon esito del procedimento ma ci preme manifestare la nostra preoccupazione per il pessimo clima che si respira all’Ater per chi fa attività sindacale, tanto che arriviamo a chiederci come si possa svolgere tale attività in un Ente in cui le mail vengono verificate e sanzionate ignorando quanto esplicitato e previsto nel CCNL di settore all’Art 66, che prevede anche il diritto di critica sindacale. Una situazione che riteniamo inaccettabile e che non permette di raggiungere il benessere organizzativo interno con tutte le conseguenze che si riflettono sulla bontà del servizio. A maggior ragione quando pensiamo che tutto ciò sta accadendo in un ente che si occupa di sociale e di tutela del diritto alla casa, a partire dai più deboli».

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