Insulti razzisti e liti per i vestiti, poi la coltellata mortale alla gola a Pernumia: ecco come la convivenza impossibile si è trasformata in tragedia

Giovedì 31 Agosto 2023 di Marco Aldighieri
PERNUMIA - L'abitazione dove si è consumato il delitto

PERNUMIA (PADOVA) - La convivenza nella casa di via Palù Inferiore ormai era diventata impossibile. Ogni occasione era un valido motivo per litigare e per scambiarsi reciproci insulti di stampo razzista. La vittima, il marocchino Anouar El Gouttaya di 27 anni, non sopportava gli usi e i costumi del suo assassino: il gambiano Sane Turè di 25 anni. E viceversa.  Così, lunedì sera dopo le 22, un banale zainetto è stato il nuovo pretesto per una disputa tra i due stranieri. Questa volta però è finita in tragedia: il marocchino è stato raggiunto da una coltellata alla gola ed è morto dissanguato. Il gambiano, difeso dall’avvocata Lavinia Cantà del foro di Rovigo, è attualmente ristretto in carcere con l’accusa di omicidio.

Già nella giornata di oggi, l’africano dovrebbe comparire di fronte al Gip per l’interrogatorio di garanzia e la convalida del fermo. Intanto la Procura rodigina ha ordinato l’autopsia sul corpo del 27enne.

LA DINAMICA

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Anouar voleva indietro lo zainetto, prestato al coinquilino Sane, per portare i vestiti custoditi all’interno a lavare a Padova. La richiesta del marocchino, forse seguita da insulti e minacce, ha fatto esplodere la rabbia del gambiano. La lite è cominciata in casa. Il 25enne avrebbe afferrato un coltello da cucina e avrebbe colpito il nordafricano alla gola. Anouar, agonizzante, è uscito dall’abitazione per andare a raggiungere quella dei vicini e chiedere aiuto. Ma lo squarcio nella carotide non gli ha lasciato scampo ed è morto dissanguato in pochi istanti.

LE INDAGINI

Sane, consapevole di quanto era accaduto e sotto choc, ha inforcato la sua bicicletta e si è diretto al centro di accoglienza per migranti e richiedenti asilo di Battaglia Terme. Luogo da lui frequentato in passato. E si è asserragliato in una stanza. All’arrivo degli inquirenti è apparso calmo e molto spaventato. Non ha opposto resistenza all’arresto. Intanto gli investigatori avevano già sequestrato il coltello da cucina, ancora sporco di sangue, e lo zainetto con all’interno alcuni indumenti. In un secondo momento hanno anche posto sotto sequestro il telefono cellulare della vittima e quello del presunto assassino. Nei prossimi giorni i due smartphone saranno analizzati da un perito informatico nominato dalla Procura di Rovigo. È necessario appurare in quali rapporti fossero Anouar e Sane. Gli inquirenti hanno anche passato al setaccio lo stabile di via Palù Inferiore in cerca di droga, ma non hanno trovato alcuna traccia di sostanza stupefacente. 
La vittima in passato, infatti, aveva avuto un piccolo precedente di polizia per spaccio. Nelle prossime ore inoltre saranno sentiti i vicini di casa dei due stranieri, e tutti quelli che li conoscevano. Al momento è emerso, appunto, una convivenza difficile piena di litigi e di insulti, a volti sfociati in frasi di stampo razzista.

LA DIFESA

Il padre e i due fratelli di Sane, residenti in Inghilterra, al momento non sono ancora stati informati della tragedia. Gli inquirenti stanno cercando di rintracciarli anche attraverso i telefoni cellulari. Il giovane gambiano su un avambraccio avrebbe una ferita da coltello. Segno che si sarebbe difeso, forse da un fendente sferrato da Anouar. Non è dunque esclusa la possibilità che tra i due coinquilini, ci sia stata una importante colluttazione. Il taglio, come fonte di prova per una esatta ricostruzione della dinamica, è stato fotografato dal medico legale. Sane è in Italia da sei anni ed è provvisto di un regolare permesso di soggiorno. Lavora come operaio. 

Ultimo aggiornamento: 07:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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