PIEVE DEL GRAPPA (TREVISO) - Compleanno in carcere per il killer di Bledar Dedja. Ieri, infatti, il ragazzo di Pieve del Grappa che ha accoltellato a morte il 39enne albanese il 21 gennaio scorso in un boschetto di via dei Colli ha raggiunto la maggiore età. Dal punto di vista dell’inchiesta penale non cambia nulla, visto che rimarrà nelle mani della Procura di Minori di Venezia, e nemmeno da quello della detenzione, almeno per il momento. La misura cautelare nei suo confronti è stata infatti confermata, nonostante il giovane abbia da subito collaborato con la giustizia non appena è stato scoperto. Oltre a confessare l’omicidio, il killer ha riferito agli inquirenti dove ha gettato il coltello utilizzato per colpire Bledar Dedja e anche le chiavi dell’auto della vittima, la Mercedes classe B bianca ritrovata chiusa e parcheggiata vicino al luogo del delitto.
LE RICERCHE
Le ricerche di coltello e chiavi, effettuate la settimana scorsa, non hanno dato alcun esito. I militari si erano concentrati soprattutto nella zona attorno al cimitero di Crespano. Lì vicino c’è una scarpata: è da lì che il ragazzo avrebbe gettato via l’arma e le chiavi e forse anche alcuni vestiti macchiati di sangue.
LA FURIA
A scatenare la furia omicida sarebbe stata la vendetta legata a una sorta di ricatto a sfondo sessuale. Bledar aveva infatti frequentazioni gay clandestine, come aveva scoperto l’investigatore privato ingaggiato dalla moglie. Vittima e omicida si erano conosciuti all’Antica Abbazia, il locale in cui l’albanese lavorava come custode e dove lo studente aveva fatto un periodo di alternanza scuola-lavoro. Poi la conoscenza aveva preso tutt’altra piega, fino a sfociare nel delitto. I due si erano dati appuntamento dietro la chiesa di Paderno per raggiungere con l’auto di Bledar il luogo appartato. Qui il giovane lo aveva accoltellato e poi era scappato, facendo addirittura l’autostop fino a una fermata delle corriere per poi raggiungere il pronto soccorso e infine tornare a casa.