Strapazzon punzecchiato dalla trasmissione Zona Bianca: ribalta nazionale per i velox feltrini

Martedì 27 Febbraio 2024 di Eleonora Scarton
Strapazzon punzecchiato dalla trasmissione Zona Bianca: ribalta nazionale per i velox feltrini

ARSIÈ (BELLUNO) - La trasmissione "Zona bianca" bussa a sorpresa alle porte del municipio di Arsiè e punzecchia il primo cittadino Luca Strappazzon.

Il tema è sempre lo stesso, quello dell'autovelox installato in uno dei punti critici della viabilità arsedese dove le automobili corrono mettendo in pericolo le persone. Nel servizio, andato in onda nella tarda serata di domenica su rete 4, si è parlato anche dei velox fissi installati a Scalon di QueroVas e a Levego di Belluno anche loro rei di essere "poco visibili" e installati "per fare cassa".

LA POLEMICA


L'inviata di Zona Bianca si porta quindi nella curva, lungo la statale 50, dov'è installato l'autovelox di Arsiè. Insieme a lei Gianantonio Sottile, presidente dell'associazione nazionale Altvelox, che ha sede in via del Boscon a Belluno e rientra nella rete Miglior Tutela. Un sodalizio che in questi ultimi mesi ha sostenuto molti automobilisti nel presentare ricorso contro le multe. Sottile alle telecamere di Zona Bianca dichiara che tale strumento è stato installato per «fregare la gente. Si trova in curva, nascosto da una serie di cartelli stradali verticali e per questo il giudice di pace ha già annullato diverse multe». Un automobilista racconta la sua esperienza personale, ossia di aver preso una multa di 250 euro: «Ho fatto ricorso e ho vinto in quanto l'autovelox non è omologato e non è visibile». Nel servizio si racconta, come noto per noi, che nel giro di un anno nelle casse comunali sono entrati 1 milione 271.771 euro.


L'ASSALTO


Le telecamere di Zona Bianca, senza preavviso, sono quindi andate in municipio ad Arsiè dove hanno incontrato il sindaco Strappazzon il quale ha replicato che «Ci sono stati diversi ricorsi ma non ne abbiamo persi neanche uno per la visuale». La giornalista incalza, volendo sottolineare che qualche ricorso è stato perso e che quindi un problema su quello strumento c'è. L'attenzione poi passa sulle cifre, e la giornalista chiede al primo cittadino come mai l'autovelox di un piccolo comune come questo incassa così tanti soldi ipotizzando che vi sia sotto qualche trama oscura. La risposta di Strappazzon è schietta: «L'unica cosa che c'è, sono gli automobilisti che corrono».


LE REAZIONI


All'indomani della messa in onda resta un po' di amarezza. «Sono arrivati così, senza preavviso - spiega Strappazzon -. C'erano tante cose da dire, ma hanno messo in luce solo gli aspetti che interessavano a loro. È stato effettivamente fatto un ricorso per la segnaletica mentre tutti gli altri erano centrati sulla questione dell'omologazione. Li abbiamo persi davanti al giudice di pace, ma poi il tribunale ci ha sempre dato ragione. Insomma, è stata un'occasione persa per fare chiarezza sul tema». Altro aspetto che sottolinea il Comune è il fatto che questo autovelox è stato installato per garantire la sicurezza dei residenti, i quali hanno più volte messo in luce come, nel periodo in cui il velox è stato tolto per manutenzione, gli automobilisti sono tornati a correre. E certamente, come Strappazzon ha detto alla giornalista (ma non andato in onda), «non dobbiamo mettere un velox perché c'è stato il morto. Dobbiamo prevenire che ciò accada».


NEL MIRINO


14 autovelox "incriminati" in Veneto. Nel Bellunese, oltre a quello di Arsiè c'è anche quello di Scalon a Quero Vas che ha fatto incassare 1 milione di euro ad un comune di 3mila abitanti. «È palesemente nascosto dalla galleria afferma il presidente di Altvelox -. Senza contare che i soldi dovrebbero essere spesi per la sicurezza stradale in invece vengono spesi per un centro culturale». E poi quello di Levego, nel comune di Belluno, che ha portato in due anni 2 milioni di euro.

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