«Mio padre sta soffrendo in ospedale e non posso stargli vicino: tutto questo è disumano»

Martedì 24 Agosto 2021
Solo un quarto d'ora e 3 giorni alla settimana per le visite: la protesta della figlia
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BELLUNO  - «Non sappiamo quanti giorni di vita avrà ancora mio padre e non possiamo stargli vicino come vorremmo: tutto questo è inumano». Marziana La Russa, di Sedico, non riesca a trattenere le lacrime. Si è fatta coraggio e ha voluto rendere pubblico quello che sta vivendo e con lei sua madre e tutta la famiglia. Il papà, vicino ai 90 anni, è ricoverato in Geriatria al Santa Maria del Prato di Feltre. Ma le visite sono concesse solo tre giorni alla settimana, per il massimo di un quarto d’ora e per una sola persona. Sono queste le nuove regole scattate da ieri. E così non tutti i famigliari sono riusciti a vederlo e il timore è che, viste le patologie di cui è affetto, non tutti ci riusciranno. «Io domani (oggi ndr) mi piazzo lì fino a che non mi fanno entrare», dice presa dall’esasperazione. «Non amo espormi e non è nel mio carattere - prosegue -: per raccontare quello che stiamo passando mi sono dovuta fare violenza, ma mi sono detta se nessuno parla nulla mai cambierà». E di voci di parenti dei pazienti di quel reparto di Geriatria lei ne ha sentite tante in questi giorni: «Si lamentano - dice - non possono stare vicini ai loro cari, ma poi nessuno fa niente. Così mi sono armata di coraggio e rendo pubblica la mia testimonianza».

IL RICOVERO 
L’anziano, dopo il crollo delle condizioni ed una broncopolmonite, è stato ricoverato mercoledì scorso. «Mi hanno chiamato mercoledì sera - racconta la figlia -. Io ero in ferie e a quel punto ho preso subito il primo aereo disponibile e sono rientrata». È arrivata venerdì a mezzanotte. L’uomo è stato messo in una stanza da 4 letti, con altri pazienti nel reparto di Geriatria. Le visite, in quel momento, erano concesse tutti i giorni alle 15, per solo un quarto d’ora e per un solo famigliare. Ovviamente tutti dovevano essere muniti di green pass e nella stanza poteva entrare un solo parente di un degente per volta: quindi prima il parente del letto 1, poi quello del letto 2, eccetera. «Sono vaccinata, ho il green pass - prosegue Marziana - non capisco perché non posso entrare». La donna è riuscita a vedere il padre sabato, quando ancora le possibilità di visite erano più ampie (tutti i giorni un parente, come si è detto ndr). Domenica un’altra delle tre figlie. E ieri la madre è riuscita a abbracciare il marito. Una figlia dell’uomo non è ancora riuscita a vederlo e ora sarà sempre più complicato.

LE NUOVE RESTRIZIONI
Sì perché da ieri le visite sono concesse solo il martedì, giovedì e domenica dalle 15 alle 16, per una sola persona e sempre per un massimo di 15 minuti.

Questo recitava il cartello affisso ieri alla porta della Geriatria, chiusa ormai da inizio pandemia. L’acceso al reparto richiede una lunga trafila per le operazioni necessarie per entrare vicino ai degenti. Una precauzione attuata per tutti, vaccinati compresi: vestizione con i dispositivi anti-covid. «Ovviamente - ricorda Marziana - prima della visita bisogna prendere appuntamento ed è un’impresa. C’è solo un’ora di tempo e si sta tre quarti d’ora al telefono, che è sempre occupato: è una follia. Io domani (oggi ndr) se non riesco a prendere appuntamento mi piazzo là fuori e dico chiaramente che finché non mi fanno entrare non mi sposto».


LO SFOGO
«Tutto questo è peggiore della morte - dice la figlia tra le lacrime - è crudele. Sono indignata: non è possibile che nessuno dica niente. Ma se una persona sta morendo lasciateci entrare, non si può lasciarla da sola a morire come un cane. È una cosa disumana. Cosa aspettano che mio padre muoia e ce lo fanno vedere qualche minuto prima? Capisco tutto, capisco la pandemia ma vedo mio papà soffrire come un cane e non posso andare a trovarlo tutti i giorni: è peggiore della morte»

L'ULSS

L’Azienda Ulss 1 Dolomiti spiega le ragioni delle visite «regolate in modo da tutelare i pazienti stessi, tenendo conto della logistica delle stanze di degenza che ospitano più persone e della situazione epidemiologica». «Considerato che generalmente in ogni camera ci sono 4 persone, per poter assicurare che ognuno abbia modo di vedere un proprio caro, negli orari di visita concordati col reparto, su appuntamento, viene fatta entrare una persona per degente per un quarto d’ora - spiegano -. Ogni visitatore deve essere in possesso del green pass, la persona viene vestita con i dispositivi di sicurezza per proteggere i degenti che per natura sono in una condizione di fragilità. In particolari situazioni di gravità, è previsto che i parenti possano stare col proprio caro in uno spazio dedicato per vivere la delicatezza del momento in intimità e sicurezza. Al momento non risultano situazioni tali in Geriatria a Feltre. I medici sono a disposizione dei familiari per gli aggiornamenti clinici tramite i canali preposti. Il valore dell’umanità dell’assistenza non è mai venuto meno, neanche nei momenti più difficili».

Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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