Violentata a 6 anni: arriva la condanna, ma l'orco è fuggito e la vittima è adulta

Giovedì 21 Novembre 2019
Violentata a 6 anni: arriva la condanna, ma l'orco è fuggito e la vittima è adulta
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QUERO VAS (BELLUNO)  - Una sentenza arrivata a 14 anni dai fatti, quando l'imputato non è nemmeno più in Italia. Mailoudi Nazih, 48enne marocchino, all'epoca residente a Asolo, è stato condannato ieri, in Tribunale a Belluno, a 7 anni di reclusione per violenza sessuale aggravata a una bambina che aveva appena 6 anni. L'uomo, che in quel periodo era convivente della madre, un'operaia italiana, era chiamato a rispondere di ripetuti abusi che sarebbero avvenuti tra il 2005 e il 2006. È stato dichiarato il «non doversi procedere» per la mancanza di querela, invece, per l'altro imputato, Mustapha Maatouf, 45 anni marocchino, all'epoca dei fatti residente a Quero Vas. Anche lui era finito alla sbarra con accusa di violenza sessuale ai danni della stessa minorenne. Secondo quanto ricostruito avrebbe agito tra 2009 e il 2010 a Quero, quando era convivente della madre. Il 45enne l'avrebbe toccata nelle parti intime, nonostante la bimba avesse in tutti i modi cercato di ribellarsi, ma ieri le accuse sono cadute.
 
LA SENTENZA
Il collegio di giudici, al termine del lungo processo iniziato ormai 5 anni fa e passato anche per il confronto in aula tra madre e figlia che hanno dato ricostruzioni diverse dei fatti, ha ritenuto provate le accuse per Nazih (avvocato Paola Miotti). La sentenza è andata ben oltre quanto aveva chiesto per l'imputato il pm Simone Marcon, che si era fermato a due anni di reclusione. I giudici hanno anche condannato Nazih a risarcire con 25mila euro la vittima, che oggi ha 20 anni ed era costituita parte civile con l'avvocato Monica Casagrande. Hanno anche sentenziato una serie di pene accessorie, come l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. I giudici hanno invece ritenuti diversi, da quanto ipotizzato dalla Procura, i fatti per Maatouf, accogliendo probabilmente la tesi della difesa. L'avvocato Sonia Rinaldo di Alano, che rappresentava d'ufficio il marocchino 45enne, ha effettuato anche indagini difensive. Ha prodotto nel processo le dichiarazioni del padre (è deceduto nel frattempo) della ragazza abusata: si evinceva la stima che l'uomo nutriva per quel convivente marocchino della ex moglie. Nelle sue richieste il legale ha chiesto di riqualificare i fatti atti osceni e così deve essere stato, visto che non si è proceduto per la mancanza della querela (in caso di violenza sessuale si procede d'ufficio). Di diverso avviso il pm che aveva chiesto anche per Maatouf la condanna a due anni di reclusione. 
L'ORRORE
Il caso approderà in Appello e, per ora, non si spalancheranno le porte del carcere per Mailoudi Nazih, che nemmeno all'epoca dei fatti finì dietro le sbarre. La bimba denunciò infatti solo quando divenne adolescente. Raccontò che l'uomo l'avrebbe ripetutamente toccata nelle parti intime, quando lei aveva 6 anni, e poi avrebbe cercato di baciarla in modo intimo. La bimba provata da quanto stava accadendo avrebbe anche pianto. Avrebbe cercato di divincolarsi chiedendo di smetterla, ma lui avrebbe continuato facendo mostra delle proprie parti intime. Alla fine si confidò con la madre, che non le ha mai creduto, e poi andò da una psicologa. Fu allora che scattò l'inchiesta, era il 2014 terminata ieri con la condanna a 7 anni per l'orco. 
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