Caparre sparite e acquisti fantasma, spuntano altre vittime dell'ex tronista Filippin

Domenica 20 Novembre 2022
Paolo Marco Filippin
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BELLUNO - Si accavallano tra rabbia, senso di impotenza e desiderio di giustizia le storie di una decina delle 57 vittime della truffa contrattuale che - secondo il procuratore Raffaele Tito - è stata messa in piedi dall’ex “tronista” di “Uomini e donnePaolo Marco Filippin, 58 anni friulano di Artegna (Udine). Nei giorni scorsi alcune di coloro che sono state identificate come vittime dalla Procura erano davanti all’aula del tribunale di Pordenone in attesa di essere chiamate a testimoniare davanti ai giudici Pergola, Granata e Vortali.

Uomini e donne che, secondo l’accusa, sono accomunati dalla sfortuna di aver incontrato un venditore che, dopo aver incassato migliaia di euro, è sparito senza onorare gli ordini. Chiacchierano tra loro, chiedono che la loro storia non finisca in un dimenticatoio e alternano parole di sconforto ad altre dove ancora si fa strada la speranza di poter ottenere qualcosa.

LE TESTIMONIANZE
Michela Pompeo vive a Conegliano e il suo racconto tradisce ancora rabbia per essere stata gabbata da una persona che i mobili li metteva in mostra con tanto di stand ad Arredamont. «Come pure in un grande e lussuoso show-room a Trieste», ricorda la pordenonese Paola Fioretti, che non ha più visto i suoi 5mila euro e nemmeno la sua cucina. Michela Pompeo invece ha versato quasi tutto il suo Tfr, esattamente 32mila euro più Iva, per arredare parte di una casa avuta in eredità con la sorella. «Un obiettivo per me molto importante - racconta la donna - perché in quell’abitazione doveva andare a vivere mio figlio che ha una grave disabilità».

LE VITTIME
Ma davanti all’aula c’erano anche padre, madre e figlia di pochi mesi. Linda Zorzi, giovane mamma di Treviso, sostiene di averci rimesso duemila euro, ovvero la caparra per una cucina. E la stessa cifra avrebbe versato, per poi non vedere nulla di quanto ordinato, Sebastian Mihalache di Zoppola (Pordenone). Di soldi, purtroppo, ne avrebbe visti sparire molti di più il bellunese Giorgio Zannol, 9mila euro, che chiede «solo giustizia. Quella sì». C’è anche Alberto Fellet di Santa Lucia di Piave (Treviso): «Ho pagato 6.600 euro (caparra) per salotto e camera. Dovevano arredare la casa in cui sarei andato a vivere con la mia compagna. Ma i mobili non sono mai arrivati e la nostra convivenza ha dovuto attendere altri due anni». Tutte dichiarazioni fatte nell’attesa dell’udienza e che nessuno avrebbe però poi ripetuto nello stesso modo davanti ai giudici, sottolinea l’avvocato di Filippin, Lorenzo Magnarelli, che aggiunge: «Desta sensazione come l’ipotesi che caratterizza il processo sia trattata a livello mediatico soltanto dalla prospettiva civilistica evidenziata dai soggetti intervenuti nelle varie trame contrattuali che si pongono. Il signor Filippin attende con la massima serenità gli sviluppi del processo che lo riguarda».

IL PROCESSO
Filippin secondo le ipotesi di accusa è il protagonista di un raggiro che avrebbe mietuto 57 vittime.

Persone che hanno versato caparre per mobili di vario tipo che non sono mai stati consegnati. L’ex “tronista” è chiamato a rispondere anche per il fallimento della sua società, la Fabbriche riunite srl di Brugnera. (Pordenone).

Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 14:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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