BELLUNO Via crucis ferroviaria per arrivare a toccare la provincia di Belluno. Lo hanno sperimentato, ieri, tra il tardo pomeriggio e la serata, circa trenta pendolari, che dalla laguna e dalla pianura erano diretti in terra dolomitica. Giunti in treno a Vittorio Veneto, alle 18.58, sono stati invitati a scendere. Ma la speranza, scontata e fondata sulla rassicurazione del servizio sostitutivo, di trovare il pullman, si è scontrata con la realtà di esser stati lasciati a piedi.
LE REAZIONI «Si tratta – affermano alcuni utenti – dell’ennesima storia di disservizio nell’ambito dei trasporti pubblici, in particolare verso la montagna. Sui tabelloni di Treviso e Conegliano il percorso veniva dato come completo». Fosse stato l’ultimo treno in arrivo alla stazione di Vittorio Veneto, non ci sarebbe stato alcun problema, dovendo esser garantito il servizio fino al capolinea. Ma l’arrivo di un convoglio successivo a distanza di poco tempo deve aver influito sulla decisione di cassare il pullman. Per una questione di economia di sistema. Prima “sparito” e poi ritornato, in arrivo da Belluno, a recuperare gli sfortunati pendolari, che stamattina, tra le cinque e le sei, erano già pronti a ripartire verso Treviso e Venezia. Eppure annualmente viene stipulata una convenzione con le ditte per garantire che i treni arrivino a destinazione. Un accordo di svariate centinaia di migliaia di euro, pagati anticipatamente, a prescindere dall’effettiva necessità. Il tutto è anche definito e programmato. È sufficiente attivare il servizio ed attendere i tempi tecnici. Il disservizio di ieri è stato registrato in un orario tipico del pendolarismo di rientro a casa. «È il caratteristico approccio – aggiungono i pendolari, che non nascondono la propria rabbia – di mancanza di rispetto per la clientela». Di certo questo, purtroppo, non è un periodo favorevole per viaggiare sui mezzi pubblici nel territorio provinciale. Tra le corriere della Dolomiti Bus che continuano a saltare (per oggi non sono garantite 26 corse) e la difficoltà di raggiungere il Bellunese con il treno, o con il suo servizio sostitutivo, il trasporto pubblico non aiuta né agevola la montagna, i suoi abitanti e turisti, che appaiono sempre più penalizzati.
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