«Maltempo sulle Dolomiti, è stato come un fiammifero in una stanza satura di gas»

Il geofisico Thierry Robert Luciani che aveva previsto Vaia: "Fenomeno che potrebbe riproporsi anche in pianura"

Giovedì 20 Luglio 2023 di Olivia Bonetti
«Maltempo sulle Dolomiti, è stato come un fiammifero in una stanza satura di gas»

BELLUNO - È stato come accendere un fiammifero in una stanza satura di gas. È questo che è accaduto l'altro pomeriggio sulle Dolomiti quando dalle 17 in poi si è scatenato il finimondo, con venti "esplosivi", come si dice in gergo tecnico, ovvero il cosiddetto «downburst». Un effetto bomba, a causa del grande caldo delle ore prima. E potrebbe ripetersi nelle prossime ore su Prealpi e Pianura. A spiegare l'accaduto Thierry Robert Luciani, geofisico previsore meteo di Arpav e del Centro valanghe di Arabba, in comune di Livinallongo nel Bellunese. È il meteorologo che ha previsto Vaia e premette: «Quanto accaduto e ben lontano dall'evento dell'ottobre 2018, c'erano ben altri elementi e interessava una zona molto più ampia».


VENTI ESPLOSIVI
«Martedì c'è stato il transito di un fronte freddo con il caldo pregresso: avevamo tutti gli elementi per innescare dei fenomeni violenti - fa sapere Luciani -.

Poi per quanto riguarda le forti raffiche di vento che si sono verificate, sono sempre legate comunque a delle raffiche temporalesche. L'arrivo del fronte freddo ha determinato un fortissimo sollevamento delle nubi temporalesche con forte sviluppo verticale, come accade sistematicamente in caso di temporale. Abbiamo avuto i venti di caduta, nella parte anteriore dei temporali, ovvero forti correnti discendenti, quelle che noi chiamiamo outflow, e anche gli effetti dei venti esplosivi che abbiamo osservato durante Vaia, ma in maniera diversa. Questi li chiamiamo downburst, venti esplosivi. Si creano giusto nella parte anteriore del temporale, prima che ci sia la pioggia». E precisa: «Non si tratta di ciclone, non si tratta di tromba d'aria o tornado, bensì di venti di caduta legati al fronte temporalesco».


I DATI
Le folate di vento anche a quote più basse facevano paura: a Cortina si sono registrati 129 chilometri orari, località Gilardon a 1271 metri, ed è la raffica di valore più alto in assoluto da quando è stata installata la stazione di rilevamento dal 1992. Salendo di quota le raffiche aumentano: sul Passo Pordoi a 2200 metri 114 km/h, e stessa quota a cima Pradazzo sopra Falcade 143 km/h. Il record sulle pale di San Martino, in provincia di Trento dove a 2580 metri una raffica si sono registrati 188 km/h. Ad Arabba si è passati da folate di 5 km all'ora a 80 nello spazio di qualche secondo. A Belluno città si è arrivati a 72 km/h.


VAIA
«Con Vaia - ricorda Thierry Robert Luciani - avevamo dei venti anche di 200 chilometri orari ed erano ovunque». In conclusione assicura: «Il paragone con Vaia è delicato. Era un altro periodo, eravamo in una situazione diversa, non era paragonabile come situazione sinottica. Ci vogliono combinazioni e un certo numero di elementi». Vaia fu la tempesta perfetta. Ma guardando il video degli alberi che si schiantano in Comelico il previsore ammette: «È quanto accaduto durante Vaia, ma allora in una scala molto molto più vasta. Si tratta della stessa cosa? A grandi linee sì, ma non nei particolari».


LE PREVISIONI
Infine spiega che «nei prossimi giorni fino a sabato dobbiamo stare attenti». C'è ancora tanto calore in pianure e se non si attenua con l'ingresso di un fronte freddo potrebbe esserci di nuovo una situazione esplosiva. È che non si può prevedere dove accadrà con esattezza.

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Ultimo aggiornamento: 10:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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