BELLUNO - È stato come accendere un fiammifero in una stanza satura di gas. È questo che è accaduto l'altro pomeriggio sulle Dolomiti quando dalle 17 in poi si è scatenato il finimondo, con venti "esplosivi", come si dice in gergo tecnico, ovvero il cosiddetto «downburst». Un effetto bomba, a causa del grande caldo delle ore prima. E potrebbe ripetersi nelle prossime ore su Prealpi e Pianura. A spiegare l'accaduto Thierry Robert Luciani, geofisico previsore meteo di Arpav e del Centro valanghe di Arabba, in comune di Livinallongo nel Bellunese. È il meteorologo che ha previsto Vaia e premette: «Quanto accaduto e ben lontano dall'evento dell'ottobre 2018, c'erano ben altri elementi e interessava una zona molto più ampia».
VENTI ESPLOSIVI
«Martedì c'è stato il transito di un fronte freddo con il caldo pregresso: avevamo tutti gli elementi per innescare dei fenomeni violenti - fa sapere Luciani -.
I DATI
Le folate di vento anche a quote più basse facevano paura: a Cortina si sono registrati 129 chilometri orari, località Gilardon a 1271 metri, ed è la raffica di valore più alto in assoluto da quando è stata installata la stazione di rilevamento dal 1992. Salendo di quota le raffiche aumentano: sul Passo Pordoi a 2200 metri 114 km/h, e stessa quota a cima Pradazzo sopra Falcade 143 km/h. Il record sulle pale di San Martino, in provincia di Trento dove a 2580 metri una raffica si sono registrati 188 km/h. Ad Arabba si è passati da folate di 5 km all'ora a 80 nello spazio di qualche secondo. A Belluno città si è arrivati a 72 km/h.
VAIA
«Con Vaia - ricorda Thierry Robert Luciani - avevamo dei venti anche di 200 chilometri orari ed erano ovunque». In conclusione assicura: «Il paragone con Vaia è delicato. Era un altro periodo, eravamo in una situazione diversa, non era paragonabile come situazione sinottica. Ci vogliono combinazioni e un certo numero di elementi». Vaia fu la tempesta perfetta. Ma guardando il video degli alberi che si schiantano in Comelico il previsore ammette: «È quanto accaduto durante Vaia, ma allora in una scala molto molto più vasta. Si tratta della stessa cosa? A grandi linee sì, ma non nei particolari».
LE PREVISIONI
Infine spiega che «nei prossimi giorni fino a sabato dobbiamo stare attenti». C'è ancora tanto calore in pianure e se non si attenua con l'ingresso di un fronte freddo potrebbe esserci di nuovo una situazione esplosiva. È che non si può prevedere dove accadrà con esattezza.