Seggiovia San Marco, aperta dopo una battaglia vinta con la burocrazia

Venerdì 28 Dicembre 2018 di Giuditta Bolzonello
La seggiovia San Marco
«E’ stato il miglior regalo di Natale per San Vito». Così il sindaco Franco De Bon sull’apertura della seggiovia San Marco giusto in tempo per l’assalto degli sciatori. L’impianto ha aperto proprio il giorno di Natale ma non era scontato, appena una settimana prima l’amministrazione sanvitese era scesa a Roma per dirimere una questione che rischiava di bloccare la seggiovia e compromettere la stagione turistica invernale.

L’ODISSEA
Tutto è successo a pochi giorni dall’apertura della stagione. Le temperature garantivano l’innevamento artificiale ma, per dirla come l’onorevole Federico D’Incà che interpellato ha seguito la vicenda, «un’interpretazione restrittiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a una comunicazione dell’ufficio competente della Regione Veneto ha rischiato di far saltare l’apertura degli impianti». Restrittiva e tardiva visto che si sono accorti che in quell’area c’è stata una frana importante e che c’è il rischio che si possa ripetere nonostante gli importanti e costosi lavori fatti dopo l’agosto 2015. Per D’Incà «tecnicamente si è trattato di un’incomprensione giustificata dalle primarie esigenze di sicurezza che il Ministero pone dinanzi a tutto, soprattutto dopo la tragedia nell’estate del 2015 causata del fenomeno chiamato debris flow, quando una colata detritica piombò su un parcheggio. Tutto questo accadeva durante la stagione estiva ed è appunto per questo che la Regione Veneto ha inteso chiarire la sua prima nota che bloccava il nulla osta degli impianti da parte degli uffici del Ministero». Ma dopo quell’evento la seggiovia San Marco, ripristinata a tempo di record, entrò in funzione nell’inverno successivo e in quelli a seguire. Solo quest’anno si è corso il rischio di restare fermi.
CORSA CONTRO IL TEMPO 
«Appena saputo del pericolo che correvamo con la stagione invernale in arrivo sono invecchiato di dieci anni in pochi istanti -assicura il sindaco De Bon- poi ci siamo mossi per scongiurare la chiusura». E così grazie alla documentazione fornita, che ha permesso di comprendere che è esclusa la possibilità di colate detritiche durante la stagione invernale come certifica l’Università di Udine, sono state rilasciate le opportune dichiarazioni di conformità all’utilizzo degli impianti. E’ stata una corsa contro il tempo e un vero gioco di squadra quello messo in campo fra San Vito, i competenti uffici della Provincia di Belluno e la Regione Veneto. Referente l’Ustif, l’ufficio speciale trasporti a impianti fissi, organo periferico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti». 
IL SOSPIRO DI SOLLIEVO
«La risoluzione della problematica -sottolinea l’onorevole pentastellato D’Incà- è stata trovata in meno di una settimana, dal momento che sono venuto a conoscenza da parte del sindaco De Bon, del possibile blocco che avrebbe messo in ginocchio la stagione turistica di San Vito e della Valle del Boite. Adesso non resta altro che invitare i turisti a passare le festività e le settimane bianche sulle Dolomiti».
E IN FUTURO?
Risolto l’inverno resta in standby l’estate. Nei mesi estivi dal 2015 l’impianto non ha avuto l’autorizzazione al funzionamento, è il periodo più a rischio per le colate detritiche. Ancora il sindaco: «A feste finite ci incontriamo con il nuovo cda della Scoter per valutare come procedere, questa è una pratica tutta da intraprendere».
Giuditta Bolzonello
Ultimo aggiornamento: 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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