Coincidenza non rispettata: lasciato a piedi dal pullman

Martedì 28 Gennaio 2020 di Alessandro Tibolla
Pullman Dolomitibus lungo una strada della montagna bellunese
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Raggiungere il Comelico in autobus è un’impresa titanica soprattutto se gli orari delle corriere stilati dalla Dolomitibus non coincidono nè con le esigenze degli utenti ma nemmeno con le reali corse dei mezzi che servono il territorio. Coincidenze non rispettate e cittadini lasciati a terra costretti a fare l’autostop o a chiamare un taxi per arrivare a casa. E questo muniti di un regolare biglietto acquistato tenendo conto in maniera matematica del chilometraggio da percorrere e obliterando diligentemente il “titolo di viaggio” come prevede la legge. 

LA DISAVVENTURA
La vittima dell’ennesimo sgarbo fatto ai cittadini è Luciano Casanova Stua un pensionato 75enne che abita a San Pietro Di Cadore. Una coincidenza non rispettata e il comeliano, sceso dalla corriere che proveniva da Belluno, alla stazione di Calalzo di Cadore è rimasto a terra con in mano il suo bel biglietto pagato e vidimato ma che oltre il capolinea calaltino non è servito più a nulla. Soldi buttati via senza poter arrivare a San Pietro perchè la corriera che lo avrebbe dovuto portare verso casa era già partita da cinque minuti. E cosi Luciano Casanova Stua, non sapendo più che santo chiamare è stato costretto a fare l’autostop.

IL PASSEGGERO
«Non ho parole, questa volta sono veramente infuriato e voglio andare in fondo alla questione. Venerdì mattina alle 6,15 sono partito con il pullman Dolomitibus dal piazzale delle corriere di Belluno. Volevo andare a casa a San Pietro di Cadore. E così ho spiegato all’addetto alla biglietteria dove dovevo andare, mi hanno dato un biglietto da 75 chilometri, era la distanza giusta per giungere a casa. Sono salito sull’autobus, il problema è che quando sono arrivato alla stazione di Calalzo di Cadore convinto di poter trovare il pullman successivo ho avuto l’amara sorpresa: non c’era visto che era partito solo 5 minuti prima. Ho chiesto spiegazioni al personale e mi hanno detto che così erano gli orari e mi dovevo adattare. Ma io però a Belluno avevo spiegato bene dove dovevo andare tanto che mi hanno un biglietto da 75 chilometri».

VERSO CASA
«A quel punto sconsolato e arrabbiato mi sono messo a fare l’autostop se non si fosse fermato nessuno avrei poi chiamato un taxi. Un mio conoscente però si è fermato e mi ha caricato portandomi a destinazione. Visto che in questi giorni devo risiedere a Belluno perchè devo sottopormi ad una serie di cure mediche in seguito ad un’operazione chirurgica, ho preso da casa quello che mi serviva e me ne sono ritornato nel capoluogo».

LA RABBIA
«Oggi (eri) sono andato a protestare direttamente nelle sede della Dolomitibus di via Col Da Ren a Belluno. Il problema è non mi hanno nemmeno lasciato parlare e mi hanno cacciato. A quel punto, convinto delle mie ragioni mi sono rivolo alla Guardia di Finanza per chiedere ai militari un loro intervento. Sappiano da Dolomitibus che io non mollo e voglio arrivare in fondo alla vicenda».
Ultimo aggiornamento: 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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