Polemica a Belluno per la viabilità nei giorni da bollino nero. I vigili per controllare gli incidenti? Arriva il no dei sindaci

Venerdì 5 Gennaio 2024 di Giovanni Santin
Polemica a Belluno per la viabilità nei giorni da bollino nero

BELLUNO - Mentre oggi la Prefettura si appresta a presentare il piano per il contro esodo previsto per il 7 gennaio «anche alla luce delle avverse previsioni meteo previste», sale la protesta dei sindaci per l’invito ai Comuni a mettere a disposizione anche il solo vigile che hanno per rilevare gli incidenti nelle giornate da bollino nero. Una richiesta che ha già sollevato una levata di scudi del sindacato della polizia locale, Sulpl, che ha spiegato come sia la normativa a non permetterlo. Ma sono anche le forze che mancano. Da Perarolo il sindaco Pier Luigi Svaluto Ferro dice: «Non si può cavare sangue dalla rape». Da Ponte nelle Alpi il suo collega Paolo Vendramini aggiunge: «Uniamo i vigili urbani, ma così, senza risorse, è impossibile». E Luca Strappazzon, primo cittadino di Arsiè chiude: «Il sabato e la domenica è impossibile». La richiesta del prefetto di mettere a disposizione gli uomini e le donne che alle dipendenze dei comuni costituiscono la polizia locale, raccoglie un “no” condiviso a tutte le latitudini della provincia.


LA CARENZA
«La mia opinione? L’ho già espressa nel corso di quella riunione in prefettura dove essa è stata avanzata per la prima volta», dice Svaluto Ferro. E poi spiega: «Se è vero che tutto il comparto della Pubblica amministrazione è in crisi di personale, questo è vero anche per questa voce. Come è possibile chiedere una disponibilità del genere quando ci sono comuni, come è il mio, che ne sono completamente sprovvisti?». Perarolo di Cadore non infatti agenti propri, ma per due mezze giornate si serve di una persona fornita da Calalzo di Cadore; d’estate poi vi è un analogo supporto garantito dal comune di Pieve di Cadore. «La carenza c’è e ad essa non si riesce a fare fronte. Va tenuto conto che non esiste nemmeno la possibilità di fare assunzioni». Poi Svaluto Ferro allarga lo sguardo al più ampio tema della viabilità: «La soluzione a questo nodo in provincia di Belluno non si mai voluta affrontare sino in fondo. Ed è inutile costruire strade su strade, viabilità nuova su viabilità nuova, e poi non riuscire a gestirla».


LE RICHIESTE
E ammonisce: «Quello che è accaduto in occasione dell’Immacolata, accadrà di nuovo il prossimo fine settimana e succederà ancora. La morale? Non siamo pronti ad affrontare questi flussi di traffico». Poi il ragionamento scivola sulle opere pubbliche: «Sono in ritardo e frutto di scelte scellerate, perché le opere non sono state pianificate bene». Chiara anche la posizione circa la richiesta del prefetto: «Capisco che il prefetto chieda collaborazione, anche perché sono a loro volta sotto pressione, visto che con gli agenti a disposizione devono anche garantire assistenza e sicurezza ai personaggi famosi in arrivo in provincia. Ma noi da parte nostra chiediamo che le vie alternative, è il caso della statale che da Pieve arriva sino a Termine di Cadore, o il tratto che da Longarone va in direzione di Soverzene, rimangano aperte. Se non si possono percorrere, si pensi a far rispettare la legge, ma la gente del posto, la nostra gente che si è abituata a vivere in pace e con un certo stile, non può essere segregata in casa perché queste strade vengono chiuse dal momento che c’è chi non rispetta i divieti. È stata migliorata la viabilità principale? Si obblighino gli automobilisti a rimanere su quella. E per chi sgarra vengano attivate le sanzioni previste». E il sindaco di Perarolo taglia corto: «Non sono io che devo proporre le soluzioni anche per questioni emergenziali. Ci sarà un sistema per certe giornate, per assumere decisioni».


CORO UNANIME
Anche Paolo Vendramini (sindaco di Ponte nelle Alpi) non ritiene percorribile la soluzione ipotizzata dal prefetto: «Tutta la settimana i nostri 4 vigili sono impegnati per garantire accesso a scuole, a controllare il traffico, a repertare la videosorveglianza. Hanno già compiti che riempiono intere giornate. Pensare che senza risorse e trasferimenti possano occuparsi anche il sabato e la domenica di incidenti, non è percorribile. Anche perché è materia complessa e prosciugherebbe molto risorse. Per me il richiamo del prefetto vuol dire che servono molto più risorse di personale, fondi e infrastrutture. Noi abbiamo chiesto al Ministero una telecamera per la rilevazione della velocità nella zona di Lizzona La Secca e ancora aspettiamo risposta. Se ci fossero anche strumenti di prevenzione, gli incidenti potrebbero calare». Luca Strappazzon (Arsié) conferma: «Da noi sabato e domenica i vigili non sono in servizio. Il problema è che l’organico è ristretto e c’è un orario settimanale che per legge non possono sforare».

Ultimo aggiornamento: 13:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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